Archivio / Teatro

Questo è il tempo in cui attendo la grazia

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Questo è il tempo in cui attendo la grazia

La grazia, l'esattezza, l'amore che c'è per Pasolini, mi sono sembrati il modo più giusto per avvicinarsi a questo grande poeta.

Mario Martone

Spesso può risultare assai «pericoloso» toccare i testi, o peggio ancora la biografia di Pier Paolo Pasolini, materiale evidentemente ancora «scottante» che raramente trova una resa scenica adeguata o almeno accettabile. Fa piacere invece per una volta apprezzare e godersi le suggestioni che un gruppo di giovani artisti ha elaborato attorno al poeta.
Gianfranco Capitta - Il Manifesto

In scena una biografia onirica e poetica di Pasolini
attraverso le sue sceneggiature.

Un recital di prosa, poesia e video che entra nella officina poetica dello scrittore per riflettere sui temi a lui cari, come lo sguardo puro del fanciullo, la periferia, l’eros, il cristianesimo delle origini, esplorando non il suo cinema cioè il prodotto definitivo delle sceneggiature -, ma il suo sguardo. Uno sguardo in continuo movimento, pieno di echi antichissimi e sempre pronto a cogliere attorno a sé autentici momenti di grazia e di vita. Uno sguardo che ci riguarda, sempre.

Gabriele Portoghese si fa corpo della vita e dell’arte dello scrittore, per uno spettacolo delicato e sentito, che nasce dall’esigenza di commemorare uno dei più grandi intellettuali ed artisti del secondo Novecento.

Tutta l’opera letteraria, cinematografica e persino politica di Pasolini sembra attraversata da momenti di eccezione in cui gli esseri umani diventano lucciole – esseri luminescenti, danzanti, erratici, inafferrabili e, come tali resistenti – sotto il nostro sguardo meravigliato. – Georges Didi-Huberman, Come le lucciole.

Il pubblico non smetterebbe di ascoltare Gabriele Portoghese [...] Gli spettatori e le spettatrici non vogliono andarsene, continuano ad applaudire, sembrano non voler uscire da quella dimensione grezza di spazio e tempo, lisa e bucata, proprio là dove entra la luce. [...] Non ci sono ridondanze, è una scrittura pulita che si basa su di un'economia di senso senza eccesso, religiosa nel sapere legare insieme concetto-immaigne-corpo.
Lucia Medri - Teatro e Critica

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Il titolo dello spettacolo è tratto da un verso della poesia di Pasolini, Le nuvole si sprofondano lucide, inserita nella raccolta Dal diario (1945-1947), Salvatore Sciascia, Caltanissetta, maggio 1954.

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