Marjorie Prime

di Jordan Harrison
regia Raphael Tobia Vogel
con Ivana Monti

Ma cosa ci rende umani
se le macchine arrivano ad assomigliarci e a ricordare?

Ivana Monti, grande interprete del teatro italiano, è Marjorie, una donna che, affetta da Alzheimer e con il suo senso di identità in perenne deterioramento, passa le sue giornate a parlare con la copia digitale del defunto marito.

Un testo intrigante di Jordan Harrison, finalista al Pulitzer 2015, che si interroga sul  rapporto futuribile fra umano e intelligenza artificiale, fra memoria e identità.

Lo spettacolo sorprende non solo per i temi toccati, ma anche per la qualità della resa teatrale.

dalteatro.it

Tutti gli attori danno prova di un affiatamento artistico che rende tangibile la verosimiglianza dei dialoghi e altresì dei rapporti sottesi. Ciò che emerge maggiormente è, invero, la complessità delle relazioni affettive particolarmente intime, come possono essere quella dei genitori e figli e quella di una coppia di coniugi. Il rapporto con le macchine, difatti, pare servire a tratti più da pretesto per mettere in luce le dinamiche relazionali problematiche nelle quali ciascuno è immerso, a volte senza facoltà d'uscirne indenne.
Virginia Benenati – teatro.it

di Jordan Harrison
traduzione Matteo Colombo
regia Raphael Tobia Vogel
con Ivana Monti, Elena Lietti, Pietro Micci, Francesco Sferrazza Papa
scene Marco Cristini
luci Paolo Casati
costumi Sasha Nikolaeva
video Cristina Crippa
assistente alla regia Beatrice Cazzaro
assistente scenografa Katarina Stancic
direttore di scena Mattia Fontana
elettricista Paolo Casati
fonico Davide Marletta
sarta Caterina Airoldi
scene costruite presso il laboratorio del Teatro Franco Parenti
costumi realizzati presso la sartoria del Teatro Franco Parenti diretta da Simona Dondoni

produzione Teatro Franco Parenti/ Fondazione Teatro della Toscana

12 - 25 novembre