In una sarabanda di lampi immaginifici e sferzate emotive nell’impasto dolce di una favola pop, l’attore racconta l’irrefrenabile ricerca di un’identità fuori dalla “handicappitudine”.
Memorie e sogni di un ragazzo afflitto da disabilità: confinato dalla malattia e dai genitori tra le pareti della sua stanza.
Un anticonvenzionale, istrionico e intimo
Filippo Timi in una favola amara,
un testo spiazzante che mescola
rabbia e dolore a esilarante ironia.
Pigiamino di flanella, capelli a caschetto, dialetto umbro, malinconicamente buffo e puro, Filippo in arte Timi, attore funambolo del cuore: corpo, voce, tenacia, estro. […] Il suo teatro travalica i confini della stanza, la sua logorrea assume toni poetici, commoventi, ironici, svelando i punti di forza di questa performance dal battito strambo e struggente: il ritmo narrativo, l'eclettismo del talento attoriale, la scena mutante e visionaria e soprattutto l'instancabile forza di un attore che si inabissa anima e corpo visceralmente dentro l'esperienza teatrale. Rendendola unica, totale.
Il Sole 24 ore
Timi è un attore che sfida le convenzioni, vince le resistenze e convince. È carismatico, istrionico, generoso, autoironico, ambiguo, semplice e complesso. […] Nel racconto emerge il suo sentirsi nella doppia gabbia, del corpo e della stanza; si toccano la rabbia dell’impotenza che scoppia devastante, il desiderio d’amore e di sesso, la violenza della società. Ma è il sorriso e lo sguardo beffardo — stupito — sul mondo che domina lo Skianto di Timi.
Magda Poli – Corriere della Sera
uno spettacolo di Filippo Timi
con Filippo Timi
e con Salvatore Langella
luci Gigi Saccomandi
costumi Fabio Zambernardi
si ringraziano Lawrence Steele e Francesco Risso
canzoni Filippo Timi e Salvatore Langella
assistente alla regia Daniele Menghini
produzione Teatro Franco Parenti
spettacolo nato nel 2014 in coproduzione con il Teatro Stabile dell’Umbria