scritto e diretto da Daniele Finzi Pasca
con Stefano Accorsi
e con Luciano Scarpa, Sasà Piedepalumbo, Luigi Sigillo
designer luci Daniele Finzi Pasca
scene Luigi Ferrigno
costumi Giovanna Buzzi
video designer Roberto Vitalini
musiche originali Sasà Piedepalumbo
Un ringraziamento speciale a Rodrigo D’Erasmo per l’orchestrazione del brano finale Coro Azul
produzione Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo / Fondazione Teatro della Toscana
In una città in cui il gioco del pallone è febbre, amore e passione, quattro amici fanno i conti con le loro rispettive vite e, facendo affiorare ricordi, provano a ricostruire una serenità andata a pezzi.
Pinocchio, Adamo, Frankenstein e il Golem sono anime pure, personaggi veri e al tempo stesso trasognati, clown toccanti e divertenti nei quali ci si riconosce tantissimo tutti. Clown, perché sussurrano, inciampano, ridono e si commuovono. “Sono fatti di cristallo, di burro e di zucchero e con un colpo di vento si trasformano in giganti. Clown perché sono come dei bambini, nel loro modo spontaneo di stare insieme e di giocare” – Daniele Finzi Pasca.
In una scena che rievoca il fiabesco, i personaggi vivono la vita a cavallo tra realtà e favola. E sfondando la quarta parete, lo spettacolo chiama in causa la partecipazione immaginifica del pubblico.
Dopo il tutto esaurito della scorsa stagione, torna al Parenti Silvio Orlando, in stato di grazia, superlativo nello spettacolo da lui stesso diretto. Con leggerezza e ironia, ci conduce dentro le pagine del capolavoro di Romain Gary, dove la commozione e il divertimento si inseguono senza respiro.
Nell’anno del suo Cinquantesimo e a quattrocento anni dalla nascita di Molière, il Parenti dà inizio a una trilogia dedicata al drammaturgo francese partendo proprio da quel Malato immaginario che agli inizi degli anni ’80 irruppe nel teatro italiano nel coraggioso allestimento di Andrée Ruth Shammah, con uno straordinario Franco Parenti nel ruolo di Argan. Ad interpretare il malato, torna con intelligenza e ironia, Gioele Dix, già protagonista della pièce nell’allestimento 2016 che registrò allora un mese di sold out.
La bravissima Milena Vukotic, una vera signora del teatro, dà vita all’anziana Daisy in una storia delicata e divertente, capace di raccontare con umorismo un tema complesso come quello del razzismo nell’America del dopoguerra.
Dopo il successo della scorsa stagione, torna al teatro Parenti uno degli atti unici più conosciuti di un gigante della drammaturgia come Eugène Labiche. Uno spettacolo leggero e divertente, una riflessione sull’insensatezza e l’assurdità della vita. Regia Andrée Ruth Shammah, con Massimo Dapporto e Antonello Fassari.