di e con Daria Pascal Attolini
regia Daria Pascal Attolini
disegno luci Alessandro Barbieri
tecnico Enzo Biscardi
produzione Teatro Franco Parenti
La protagonista ritrova suo padre, assente per buona parte della sua vita, e lo perde nuovamente.
La storia vera e autobiografica dell’autrice, qui anche regista e interprete, che, nello stare accanto al padre malato, ritrova parte del suo passato e lo ricostruisce, rimette insieme i pezzi della loro storia, scopre cose che non sapeva, costruisce un dialogo in cui è finalmente possibile dirsi cose che non erano mai state dette.
Mentre la morte del padre lascia aperti alcuni quesiti – l’immortalità dell’arte e l’effimero della vita, il teatro come possibilità di esistere altrove, la crudezza della realtà che non permette di pensarsi eterni, il momento esatto in cui si muore… – chi cerca di consolarla genera situazioni imbarazzanti, tragicomiche. I parenti che in certi casi non sanno cosa dire e finiscono per dire la cosa sbagliata, i colleghi di lavoro, il prete che bisbiglia, i conoscenti, tutti farebbero meglio a starsene zitti. Gli unici che sanno il fatto loro, in certi casi, sono “quelli delle pompe funebri”. Entrano in casa del morto e sanno esattamente cosa fare e come muoversi: dei veri professionisti.
Daria Pascal Attolini è un’attrice italo-tedesca. Si diploma nel 2007 alla Scuola d’arte drammatica Paolo Grassi. Lavora in teatro con i registi Carlo Cerciello, Leo Muscato, Beppe Navello, Gigi Proietti, Fausto Russo Alesi, Andrea Baracco, Emiliano Bronzino, Alessio Bergamo, Ugo Gregoretti e Andrea Borini. Si perfeziona lavorando con Jan Lauwers e Lluis Pasqual alla biennale di Venezia e nel 2015 frequentando la masterclass per attori del Centro teatrale Santa Cristina, fondata da Luca Ronconi. Si divide tra la prosa, il cinema e la tv. Di recente in onda il film su Rai1 La bambina che non voleva cantare di Costanza Quatriglio l’ha vista nel ruolo di Nora. Dal 2012 al 2017 ha collaborato stabilmente con il Teatro Astra di Torino.
Da La nuova scena, la compagnia I Pesci presenta “I Caini”, una famiglia schiva, tacciata di infamia e avvolta da un alone di mistero. La loro bestialità e ritualità viene messa in discussione dall’arrivo di un artista intento nella ricerca della verità. Una reazione violenta condurrà ad un epilogo tragico e beffardo.
In un mondo in cui si alzano muri e barriere, in cui si stigmatizza il diverso, in cui si definisce ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, in scena uno spettacolo che vuole mettere in luce la complessità delle azioni umane, provando a non giudicarle. Una confessione, l’autoanalisi a tratti cinica, ironica e lucida di un’Alcesti alla ricerca di risposte e verità. Un vortice di domande che tormenta l’animo di chi deve compiere una scelta estrema.
Linda Caridi, giovane e poliedrica attrice di teatro e cinema, in un monologo fuori dagli schemi, sulla tragicomica relazione tra una Donna e un Bambolo gonfiabile, che è un’allucinazione salvifica alla quale la protagonista si aggrappa per fuggire al suo passato, a una violenza subita, alla conseguente anoressia, a sé stessa.
Al Parenti in scena i due episodi di maggior successo del progetto del Gruppo della Creta, la compagnia nata dalla collaborazione artistica tra il regista Alessandro Di Murro e il drammaturgo Anton Giulio Calenda.