basato sugli scritti e sulle memorie di Simon Wiesenthal
con Remo Girone
testo e regia Giorgio Gallione
scene e costumi Guido Fiorato
luci Aldo Mantovani
progetto artistico Giorgio Gallione e Gianluca Ramazzotti
produzione Ginevra Media Production / Teatro Nazionale Genova
Siamo nel 2003 al Centro di documentazione ebraica da lui fondato a Vienna, in quello che il regista Giorgio Gallione immagina come ultimo giorno di lavoro di Wiesenthal.
L’ex prigioniero si rivolge al pubblico, ripercorrendo gli episodi emblematici dei suoi ultimi 58 anni, trascorsi a inseguire coloro che pianificarono la morte di più di 11 milioni di persone, tra cui 6 milioni di ebrei.
Un avvincente thriller di spionaggio e nel contempo un documento storico rivissuto con trasporto, umana partecipazione, sdegno e umorismo ebraico: sul palco la radiografia di uno dei periodi più bui del nostro recente passato.
Un testo affilato, rapido e potente che si interroga sulla feroce banalità del male e che contrasta duramente la rimozione e l’oblio con la narrazione e la memoria.
“Non dimenticate mai, mi fido di voi!” il monito che Wiesenthal scopre in un messaggio realmente trovato tra gli effetti personali di una giovane vittima e che rivolgerà al pubblico a fine spettacolo.
Così la stampa:
Uno spettacolo che esprime un allarme civile, un monito contro la disattenzione politica che può favorire corsi pericolosi della nostra storia.
Una prova d’attore che alterna un coinvolgimento emotivo importante a una lucida testimonianza.
NOTE BIOGRAFICHE
Nel 1941 Simon Wiesenthal, ingengere ebreo austriaco di origini polacche, venne catturato con la sua famiglia e avviati verso i campi di concentramento. La moglie riuscì a nascondere la sua identità ebraica grazie a documenti falsi, che le vennero forniti dalla resistenza polacca in cambio degli schemi degli scambi ferroviari disegnati dal marito. Simon non fu così fortunato e fu internato in vari campi di concentramento, dove sfuggì all’esecuzione in diverse occasioni.
Con la Liberazione e la fine della Seconda Guerra Mondiale, dedicò l’intera vita a documentare i crimini relativi all’Olocausto, consegnando circa 1.100 criminali nazisti, tra cui Adolf Eichmann, l’uomo che pianificò e mise in atto l’eliminazione sistematica di milioni di ebrei. Quello ad Eichmann fu uno dei processi più importanti del secolo scorso. Iniziato nell’aprile del 1961 a Gerusalemme, terminò otto mesi dopo con la condanna a morte per impiccagione dell’imputato per “crimini contro l’umanità”.
Wiesenthal fondò e fu a capo del Jewish Documentation Center di Vienne, dove intraprese le sue ricerche. Fu autore di testi memorabili, The Murderers Among Us, Sunflower e Sails of Hope.
La grande Anna Galiena torna sul palco del Parenti con un omaggio a Shakespeare. Un gioco di rimandi e seduzione in cui si fronteggiano gli opposti, maschio e femmina, che sono in ognuno di noi.
In scena l’ultimo attesissismo lavoro del duo artistico Scimone-Sframeli – già premio Ubu -, dove stati d’ansia, sofferenza e delusione si sciolgono in sorriso e ironia. Un piccolo gioiello teatrale di rara sapienza evocativa.
Cassandra di Carlo Cerciello interroga il voyeurismo dello spettatore di fronte al dolore. In scena una potente Ceclia Lupoli.
Elena Bucci e Marco Sgrosso raccontano le storie di quella moltitudine poetica e operosa che ha trascorso la vita dietro le quinte e sul palcoscenico: suggeritori, trovarobe, attori, guitti, capocomici, primedonne, cantattrici, attor giovani, portaceste e balie.