di William Shakespeare
adattamento e regia Dario D’Ambrosi
scene e costumi Anna Porcelli
con la Compagnia Stabile del Teatro Patologico, composta da persone con disabilità fisica e psichica
produzione Teatro Patologico
La prima opera del Bardo ben rispecchia, attraverso la violenza che aleggia in ogni sua scena, l’anima e il clima di perenne difficoltà politica e sociale con la quale ci confrontiamo quotidianamente. Ciò che viene maggiormente evidenziato dell’opera non è il dramma che presenta un’evidente commistione tra tragedia degli orrori e tragedia della vendetta, ma l’alternarsi di vere follie e di follie simulate.
La realizzazione dello spettacolo è interamente frutto del duro lavoro intrapreso dai ragazzi del Patologico ai quali, a partire da un canovaccio, è chiesto di “far parlare” i personaggi: è nato così un copione composto da brani originali e altri improvvisati. Gli stati d’animo, i tempi e i ritmi dei grandi attori sono molto simili a quelle delle persone con patologie psichiche e questo esperimento è la conferma che per interpretare un personaggio e farlo vivere di vita propria, ciò che più conta è l’emozione da vivere e da far vivere.
Andrée Ruth Shammah sceglie di riallestire il testo di Joseph Roth, che quindici anni fa vide protagonista Piero Mazzarella. Sarà il maestro Carlo Cecchi, con un tono ironico e distaccato, a disvelare la parabola del protagonista Andreas.
Alessandro Gassmann mette in scena una scimmia-conferenziere e un roditore-architetto, dirigendo Giorgio Pasotti in uno spettacolo di metamorfosi impressionanti, tratto da due racconti di Franz Kafka, Una relazione accademica e La tana.
Liberamente ispirato a Il Gabbiano di Čechov, il pluripremiato spettacolo di Natacha Belova e Tita Iacobelli, affronta la violenza della vecchiaia attraverso un dialogo tra un’attrice e un burattino.
La grande Anna Galiena rivisita, adatta e interpreta alcuni tra i più rappresentativi dialoghi di William Shakespeare in uno spettacolo sul dualismo dell’essere umano.