La storia è quella di Marjorie, una 85enne ex violinista, accentratrice, prepotente, e ormai un po’ svanita. Con il regista, Raphael Tobia Vogel, abbiamo deciso di rendere la sua malattia con la perdita dei freni inibitori. Si abbandona spesso al linguaggio scurrile, la nostra Marjorie. Ha una figlia, Tess, con cui i rapporti sono tesi. E ha un Prime». Che cos’è? «Un’intelligenza artificiale che genera l’ologramma di una persona cara che non c’è più, con la sua voce, i suoi ricordi. Nel mio caso, il marito Walter defunto anni prima. È l’aspetto che più mi ha colpito quando ho letto il copione: mi sono trovata piazzata in una contemporaneità che è anche futuro; un altrove che invece è già qui. Ho cercato di saperne di più».