Chiudere i teatri, i musei, i luoghi di cultura è stata un’offesa al concetto stessodell ’uomo. E’ stata una riduzione dell ’uomo” . Con la sua consueta passione, il suo coraggio delle idee, meglio se fuori mainstream, Andrée Ruth Shammah va subito al punto: che non è (solo) la sicurezza, che non è il virus, che non sono i soldi che mancano e i problemi che ci sono. E’ il teatro come lo intende lei, e non solo lei per fortuna (però pochi altri, questo bisogna dirlo). Il teatro come l ’arte più pubblica, più sociale, più condivisa, inevitabilmente in presenza.Si poteva riaprire prima? Si potevano tenere aperti i teatri, le sale, durante l ’estate? Si poteva raccogliere la richiesta silenziosa –ma anche rumorosa – delle persone, del pubblico, che non vedevano l’ora di tornare a teatro? Insieme. In presenza. Sì, si poteva. “ Se l ’abbiamo fatto noi, il Franco Parenti, un teatro piccolo, privato, vuole dire che si poteva fare ” .