L’ape regina dei geni
di Vittorio Cielo
con Lucrezia Lante della Rovere
regia Francesco Zecca
assistente alla regia Arcangelo Iannace
scene Gianluca Amodio
costumi Alessandro Lai
musiche Diego Buongiorno
luci Pasquale Mari
produzione Karamazov Associati
(Pierfrancesco Pisani, Progetto Goldstein)
in coproduzione con Fondazione Devlata / DoppioSogno
Dopo il successo di Malamore, Premio Flaiano 2012, Lucrezia Lante della Rovere continua a dare vita a profili di donne straordinarie, quelle che hanno costruito la cultura del ’900. Con la sensibile regia di Francesco Zecca e un testo inedito del poeta Vittorio Cielo, l’attrice rivela al pubblico italiano l’incredibile personalità di Misia Sert, ovvero Marie Sophie Olga Zenaïde Godebska, Mecenate e amica di Picasso, Paul Morand, Debussy, Stravinsky, Coco Chanel, ritratta da Renoir e Toulouse Lautrec, immortalata da Cocteau nelle vesti di una principessa.
Lucrezia Lante della Rovere interpreta un vivido ritratto della vita straordinaria di questa donna, cercatrice di meraviglie umane, definita da Proust “un monumento di storia, collocata nell’asse del gusto francese come l’obelisco di Luxor nell’asse degli Champs Elysées”.
“Con i miei occhi color malva, ho visto ora dopo ora inevitabilmente Pablo Ruiz trasformarsi nel mostro-toro Picasso, Debussy sui miei divani sognare il sesso del fauno, Cocteau fare la corte agli attori come in Marocco, Stravinsky incendiarsi nella Sagra di Primavera, Ravel ricamare musica a dispetto di Satie. E Proust, scrivere ogni cosa, ogni parola di tutti, fino a mettermi nella seconda riga della prima pagina della Recherche. Nelle università la chiamano ‘cultura’… io la chiamavo averli a cena da me, a casa…” Vittorio Cielo
L’attrice regala un’intensa prova attoriale, nel non facile compito di tratteggiare una personalità complessa e tormentata, in un atipico monologo in continuo movimento, come una melodia di Debussy.