di Davide Carnevali
regia Claudio Autelli
con Alice Conti, Michele Di Giacomo, Giacomo Ferraù e Giulia Viana
scene e costumi Maria Paola Di Francesco
disegno luci Marco D’Andrea
suono Gianluca Agostini
assistente alla regia Marco Fragnelli
tecnico luci Stefano Capra
organizzazione Monica Giacchetto e Camilla Galloni
comunicazione Cristina Pileggi
PRIMA NAZIONALE
produzione LAB121
testo vincitore del 52° Premio Riccione per il Teatro – in coproduzione con Riccione Teatro
con il sostegno di Next/laboratorio delle idee per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo
in collaborazione con Teatro San Teodoro Cantù
Premio Riccione 2013 per la drammaturgia per questo testo di Davide Carnevali, autore teatrale tra i più apprezzati, soprattutto all’estero.
Un testo sulla condizione della donna e sul potere dell’uomo, una lotta verbale che genera distanza e alimenta incomprensioni.
Una riflessione non scontata su migrazione e scontri tra culture, e allo stesso tempo un’esplorazione della possibilità del tragico nella contemporaneità.
Un uomo europeo, solo in una città senza nome del Nord Africa, incontra una giovane donna: i personaggi parlano lingue diverse, ma per lo spettatore “sono la stessa lingua”.
La comunicazione appare dunque costantemente precaria: ed è proprio attraverso l’utilizzo di un linguaggio sfuggente e scivoloso che lo scontro-incontro tra culture rivela tutta la sua ambiguità.
L’autore si serve di una visionarietà vivida e capace di dare consistenza teatrale alla narrazione, per poi raggelarsi in un finale dalla quiete apparente, insieme funerea e rassicurante.
Il tempo di un’illusione. Lo spazio è la tabula rasa che possa accogliere questa illusione. Sono frammenti, istanti tesi, interrogazioni dell’anima. Si procede per associazioni, contrasti e come un puzzle, pezzo dopo pezzo si intravede un disegno finale.