L’indimenticabile«Gilda del Mac Mahon» di Testori che nel ’59 diede il titolo al secondo volume dei «Segreti di Milano», è come la Cabiria di Fellini: ogni volta pronta a ricominciare daccapo. Laura Marinoni, che per Testoriera Monaca di Monza proprio nel giorno incui chiuseroi teatri, ora rivisita lo scrittore con un personaggio opposto e solare: «L’idea di ridurre e di curare l’allestimento della Gilda col mio pianista di fiducia Alessandro Nidi, mi venne durante il lockdown. La Gilda anticipa la Maria Brasca e l’Arialda, ma ha già una sua valenza teatrale, una vitalità senza freni, che non esclude disperazione e passione per il sesso e l’ amore».