Il delitto di via dell’Orsina sposta la vicenda dalla Francia dell’Ottocento all’Italia anni 40. Dopo una notte di bagordi, due uomini si svegliano insieme. Non ricordano niente, ma hanno perso entrambi qualcosa, l’uno un ombrello verde, l’altro un fazzoletto con le iniziali. Lo stato confusionale si trasforma in panico quando dai giornali apprendono dell’omicidio di una giovane carbonaia: sul luogo del delitto, accanto al cadavere mutilato, nessun indizio se non un ombrello verde e un fazzoletto. Gli assassini potrebbero essere loro, non resta che far sparire ogni prova. Senza fermarsi davanti a niente pur di sfuggire a una colpa che non sono sicuri di aver commesso. È un Eugène Labiche anomalo, quello scelto da Andrée Ruth Shammah per la sua nuova regia, L’affaire de la rue de Lourcine che, traghettando la vicenda dalla Francia della seconda metà dell 800 all Italia degli anni 40, è diventato Il delitto di via dell Orsina, al debutto il 9 Dicembre al Parenti, che si appresta anche a ricordare i cento anni dalla nascita del suo fondatore, a cui il teatro è intitolato.