In occasione della pubblicazione del suo libro
Ti aspetto nella mia casa a disordinare (AnimaMundi)
l’autore Gigi Gherzi legge al pubblico le sue poesie e dialoga con Davide del Grosso
introduce Andrée Ruth Shammah
Le poesie di Gianluigi Gherzi sono poesie generose, poesie fluide, mai stitiche. Una lingua che non passa il tempo a meditarsi, una lingua aperta, mai sospettosa. Abbiamo bisogno di poeti come Gherzi. Una poesia popolare, vicina alle persone di cui parla. Una poesia senza aloni, semplice e diretta. Una dizione chiara, che non si compiace di apparire difficile.
Per leggere un poeta come Gherzi non hai bisogno di avere un critico che te lo decifra. È una poesia che non è intessuta di citazioni. La questione è il mondo, non è la letteratura. Qualcuno deve ricordarci che siamo mondo e Gherzi lo fa benissimo. La sua è una lingua colorata, protesa a cantare la luce più che il buio.
La bellezza viene da qui, si sente un fondo di bontà, si sente un Io attento, ma mai invadente: il poeta non è un atleta della lingua, ma un servitore della vita. E chi legge è come se avesse un compagno di strada.
Franco Arminio