«Ho iniziato a leggere i suoi racconti a 12 anni. Mi piaceva, e mi piace, come combina realtà e fantasia», racconta Gioele Dix: «Da un lato avvincono, dallaltro contengono un mistero, un rimando a qualcosa che ti appartiene. È una narrazione che si presta al teatro: che in un attimo fa salti di spazio e tempo, alterna tragedia e comicità, cosa in cui Buzzati era maestro». Gioele Dix è in scena con Valentina Cardinali (sopra, foto di Laila Pozzo): «Siamo in un laboratorio di storie. La miccia è il racconto La pallottola di carta. Buzzati immagina di raccogliere con un amico una palla di carta caduta dalla finestra di un grande poeta. Non la aprono ma immaginano quante cose possa contenere, lo vi ho immaginato frammenti di storie che mettiamo insieme, commentiamo, colleghiamo alla nostra vita. In una giostra che sarebbe potuta durare più a lungo». Gioele Dix ha preso una decina di testi da Sessanta racconti, Il colombre e In quel preciso momento (Mondadori): «Ha scritto più di 200 racconti, ma per stare in unora e mezza la scelta è stata dolorosa. Oggi che si fa tutto in fretta, la brevità non è sempre valore ma nella sintesi, insegna Buzzati, si possono dire cose importanti».