CenerentoQUA CenerentoLA e Dolce Cenerentola: la riscoperta di una favola
di Bianca Vittoria Cattaneo e Angelica Ferri
Nel mese di marzo il Teatro Franco Parenti ha messo in scena CenerentoQUA CenerentoLA e Dolce Cenerentola: due spettacoli partecipativi in musica, pensati per introdurre i bambini fin da piccoli al mondo del teatro. Entrambe le rappresentazioni sono prodotte da AsLiCo (Associazione Lirica e Concertistica) per la piattaforma Opera Education, che ha l’obiettivo di promuovere e trasmettere a un pubblico giovanissimo la passione per l’opera lirica. La musica, infatti, è la vera protagonista di queste rappresentazioni: i più piccoli, guidati attraverso le note della Cenerentola di Rossini durante entrambi gli spettacoli, sono spronati alla curiosità e il teatro diventa per loro un luogo di giochi e di scoperte.
CenerentoQUA CenerentoLA, in scena l’11 e il 12 marzo, si rivolge a un pubblico davvero giovanissimo: i bambini dai sei ai trentasei mesi. La storia di Cenerentola scompare quasi totalmente e la narrazione è ridotta al minimo; ogni sequenza richiede la partecipazione attiva del pubblico in modo da permettere la sperimentazione di colori, suoni e forme, attraverso tutti i cinque sensi. Siamo seduti sulle seggiole e sui divanetti del foyer, in attesa. L’ambiente inizia a riempirsi: rumori di passi veloci e di urla giocose attutite dai gentili rimproveri dei genitori, sguardi curiosi alla scoperta dello spazio insolito del teatro. Mentre aspettiamo ci raggiunge un ragazzo con pantaloni e giacca in pendante un fazzoletto giallo al collo: ricorderebbe un esploratore, se non fosse per la fisarmonica. Ci parla con tono rassicurante e ci consiglia di assistere allo spettacolo senza fare rumore, sentendoci così liberi di partecipare e allo stesso tempo di allontanarci, se necessario. Accompagnati dal suono della fisarmonica, entriamo nel Cafè Rouge e iniziamo a scoprire il mondo di Cenerentola. Lo spazio del palco è occupato da una scena d’esterni, un luogo verde in cui i personaggi hanno costruito una piccola capanna. Noi del pubblico ci sediamo comodamente a terra appoggiati su dei cuscini rossi.
Davanti a noi, per tutta la rappresentazione, sono presenti solamente l’attrice Francesca Tripaldi e il musicista Paolo Camporesi. Lei nel ruolo di una “Cenerentola esploratrice”, lui in quello indefinito di padre o di fratello della protagonista. La ragazza si muove fin da subito in dialogo con il suono della fisarmonica e con il pubblico. Cerca un rapporto con noi, sorride, ci invita a partecipare ai giochi e a riprodurre suoni: senza accorgerci apprendiamo, attraverso poche note ripetute, le arie più famose della Cenerentola di Rossini. Gli episodi rappresentati, che apparentemente procedono in ordine casuale, sono in realtà consapevolmente delineati dalla regia di Sara Zanobbio, risultando disposti ad hoc per poter catturare, in un crescendo, l’attenzione e la curiosità del giovane pubblico.
Nella scoperta di sé in rapporto con l’ambiente, Cenerentola, curiosa e sognatrice, raccoglie bastoncini e foglie per poter costruire delle bambole; ci insegna a scoprire e a plasmare la natura, a conoscerla e a esplorarla. I bambini possono sperimentare nel momento stesso in cui vedono: mimano il canto di Cenerentola e riproducono suoni e gesti. A conclusione dello spettacolo facciamo esperienza di un’ultima scoperta: la protagonista lancia in aria coriandoli colorati che brillano e si muovono imprevedibilmente per poi appoggiarsi a pochi passi dal pubblico. Al culmine della curiosità i bimbi si uniscono in un gemito di stupore e qualche manina impertinente si allunga un po’ oltre la platea a rubarne qualcuno.
È il momento degli applausi e degli inchini. I due personaggi si avvicinano e distribuiscono delle piccole foglie di plastica, una per ciascun piccolo spettatore. Sono le stesse che Cenerentola ha utilizzato per creare le bambole a inizio spettacolo: sembra quasi che vogliano invitarci, attraverso un passaggio di testimone, a scoprire e sperimentare a nostra volta.
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Le dolci melodie suonate dalla fisarmonica dell’esploratore, dopo qualche giorno risuonano attraverso i tasti del pianoforte della Sala Grande dove è andato in scena il 18 e 19 marzo Dolce Cenerentola, favoloso spettacolo partecipativo che permette ai bambini tra i tre e i sei anni di imparare a conoscere il mondo dell’opera lirica attivamente e senza annoiarsi mai. La platea si riempie di piccoli spettatori impazienti di vedere lo spettacolo e che tra una chiacchiera e l’altra guardano il teatro con occhi stupiti e curiosi. Seguendo i consigli forniti dal “kit dello spettatore” i bambini, prima di entrare in sala, hanno costruito delle coloratissime campanelle e imparato a memoria una canzone che comincia dicendo: «C’era una volta un re…».
Le luci si abbassano e da dietro il sipario escono Cenerentola e il principe che ci invitano a scoprire com’è nata la loro insolita storia d’amore. Le pesanti tende rosse si aprono e svelano il palcoscenico, lo spettacolo inizia, la storia la conosciamo. La scenografia ci porta subito a casa di Cenerentola, dove, prima di incontrare il principe, viveva con Don Ramiro e le sue due viziatissime sorellastre, Clorinda e Tisbe. Gli oggetti di scena permettono agli attori di passare velocemente da un luogo all’altro della fiaba semplicemente facendo ruotare delle grosse scatole dipinte e degli altissimi pannelli, regalando così ai bambini una rappresentazione continuativa e mai interrotta dal buio.
In 50 minuti si alternano i recitativi comici, resi esilaranti dalle grandi marionette animate da Miriam Costamagna, e le arie, cantate in modo coinvolgente da Cenerentola, la mezzo soprano Matilde Lazzaroni. Tutto lo spettacolo è accompagnato dalle note del pianoforte di Hyeji Choi che interpreta il gentile Alidoro e che, con la sua musica, conduce i bambini nella partecipazione, facendo cantare le arie più famose dell’opera di Rossini. Il ruolo di Don Magnifico, il principe, è sostenuto da Giacomo Occhi, attore poliedrico che durante lo spettacolo, oltre a esibirsi insieme alla sua bella Cenerentola, anima le marionette di Tisbe, Clorinda, Don Ramiro e Dandini.
Ben studiata e vincente la regia di Simone Guerro, che con questa commedia parla ai più piccoli cercando di trasmettere loro l’amore per il teatro; grida forte e chiaro ai giovani spettatori che nel mondo i vincitori saranno i buoni e gli onesti, come suggerisce la morale della favola di Cenerentola. Ogni bambino riesce a fare propri i valori della vicenda, creando nella propria immaginazione un piccolo mondo in cui è lui stesso il protagonista della sua storia.
A conclusione di entrambi gli spettacoli la piccola grande corte di Cenerentola esce dal teatro entusiasta, canticchiando lungo la strada di ritorno le arie di uno dei massimi compositori in Italia. Tra le loro voci giovani e spensierate risuonano le melodie, le note e la musica di un’opera che riempie i palcoscenici di tutto il mondo da più di duecento anni.