Una serata davvero speciale – Breaking Italy Podcast con Alessandro Masala
di Giacomo Guidetti
14 Marzo 2022. La Sala Grande del Teatro Franco Parenti è gremita di persone che chiacchierano e ridono sguaiatamente. Non capita spesso di vedere così tanta gente a teatro, soprattutto considerando che il pubblico è principalmente composto da giovani e giovanissimi. Quando questo accade, dev’essere perché in scena c’è qualcosa di davvero speciale. Gli ultimi ritardatari si accomodano ai loro posti poco dopo l’orario d’inizio. L’eccitazione degli spettatori impazienti pian piano inizia a trasformarsi in frenesia.
Finalmente il sipario si alza scoprendo Alessandro Masala, una vera celebrità agli occhi di tutti gli Zoomers, cresciuti navigando su YouTube. Conosciuto sul web con il nickname di Shy, Masala è stato un pioniere dell’informazione nell’era 2.0. Nel 2011 ha aperto un canale YouTube, Breaking Italy, sul quale pubblica tuttora quotidianamente video che potremmo definire, non me ne vogliano gli accoliti, “mini-TG”. Breaking Italy ha saputo conquistare negli anni sempre più credibilità e seguaci, diventando, grazie all’impeccabile lavoro preparatorio di Alessandro Masala, la fonte di notizie più avvicinabile e comprensibile per tanti giovani riluttanti ad approcciare i media tradizionali.
L’entusiasmo si respira nell’aria: credo che l’eccitazione di chi siede nelle poltrone della Sala Grande derivi dalla sorpresa di vedere Shy nella sua “tridimensionalità”. Sembra quasi surreale che Alessandro sia uscito dall’angusto schermo del telefono e stia passeggiando con disinvoltura sul palco. Ma forse ciò che mi pare ancora più assurdo è partecipare direttamente a uno di questi episodi di Breaking Italy Podcast dal vivo, senza la possibilità di mettere in pausa né di abbassare il volume, circondato da tante altre persone che insieme a me stanno assistendo a quello che di solito ascolto con le cuffiette sdraiato sul divano.
A ogni modo, Alessandro Masala non delude, anzi, supera le aspettative. Il passaggio dal tubo al palco è quasi indolore: si muove spontaneo e sa quando cercare la risata del pubblico con il suo solito umorismo frizzante, talvolta volutamente cringe (i.e. imbarazzante). Shy presenta l’ospite della serata: Eddi Marcucci, una ragazza italiana che ha combattuto a fianco al popolo curdo nella battaglia contro lo Stato Islamico e, una volta tornata in Italia, è stata inquadrata dalla procura di Torino come soggetto pericoloso e sottoposta a misure preventive che limitano quotidianamente la sua libertà.
Le due ore di dialogo sono intense. Eddi Marcucci e Masala discutono di numerosi temi complessi: il Confederalismo Democratico, l’(in)utilità dello Stato Nazione, la guerra dell’occidente contro l’ISIS, l’autodeterminazione dei popoli, la facoltà da parte dello Stato di privare un cittadino incensurato delle sue libertà in forma preventiva, l’associazionismo, la TAV e il capitalismo. Sebbene i due abbiano posizioni talvolta inconciliabili, l’evidente attrito svanisce nelle risate del pubblico e i toni rimangono quelli di un confronto pacato e divulgativo. A tratti, però, qualche passaggio logico si perde nell’assenza di alcune necessarie premesse storiche lasciate alla conoscenza pregressa del pubblico.
Data la densità e la complessità dei temi trattati, uscendo dalla sala cerco di mettere in fila i concetti rispetto ai quali sento di essere, se non informato, quanto meno più consapevole. Innanzitutto, il Kurdistan è una Nazione ma non è uno Stato: i Curdi, infatti, sono cittadini di quattro stati diversi (Turchia, Siria, Iraq e Iran). Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l’obiettivo di questo popolo non è quello di creare un’entità statale autonoma, bensì quello di abolire definitivamente l’idea di Stato per come la conosciamo oggi. Allo Stato nazionale centralizzato, configurazione utilizzata dalla maggior parte dei paesi occidentali al giorno d’oggi, i Curdi prediligono una democrazia senza stato; o meglio: un’organizzazione sociale dove i processi decisionali avvengono dal basso, all’interno di micro-comunità che interagiscono tra loro. Rispetto a questo, una considerazione necessaria porta a riflettere sulla politica estera dell’Occidente in Medio-Oriente, che si è rivelata fallimentare poiché prima ha negato il tanto sbandierato principio di autodeterminazione dei popoli e poi ha usato i Curdi per sbarazzarsi dello Stato Islamico, attribuendosi in seguito il successo di avere sconfitto la minaccia terroristica con le proprie forze.
Ma oltre a tutte queste considerazioni geopolitiche, ciò che più rimane impresso nella mia mente è la storia di Eddi Marcucci. Vedendo l’esperienza viva di una persona infiammata da un ideale mi rendo conto che non è necessario esserne toccati in prima persona per abbracciare una causa e farsene sostenitori. Dopotutto, la forza delle idee non ha ancora ceduto il passo a una completa indifferenza ai problemi altrui.
Stasera ho ascoltato una testimonianza sincera e coraggiosa, a tratti difficile da condividere. Ma sono sicuro di poter affermare a nome di tutti i presenti che stasera abbiamo assistito a qualcosa di davvero speciale.
Breaking Italy Podcast è un format di interviste condotto da Alessandro Masala. Per questa stagione le interviste verranno registrate in diretta con la presenza di pubblico. Un’esperienza di condivisione che consente di capire e conoscere meglio il mondo che ci circonda insieme a volti noti della politica, della scienza e dello spettacolo, che nell’intervista hanno il tempo per elaborare i concetti, lontani dalle tempistiche imposte dal formato televisivo.