In occasione della presentazione del libro
Il Nazista che salvò gli ebrei. Storie di coraggio e solidarietà in Danimarca (ed. Le Lettere)
di Andrea Vitello
con la prefazione di Moni Ovadia e la postfazione di Gabriele Nissim
l’autore dialoga con Moni Ovadia
interviene Francesca Cucchiara, consigliera comunale
modera Anna Polo, giornalista
Grazie ad un’analisi scientifica di fonti, documenti e testimonianze, l’autore ricostruisce la storia di Georg Ferdinand Duckwitz, il nazista membro dell’ambasciata tedesca a Copenaghen che contribuì a salvare la comunità ebraica danese dalla deportazione.
Quando il 28 settembre 1943 Duckwitz venne informato dell’imminente deportazione nei campi di concentramento dei 7.000 ebrei che abitavano in Danimarca, questi avvertì subito i suoi amici del partito socialdemocratico che dettero l’allarme. Quasi tutta la comunità ebraica riuscì prima a nascondersi dal raid nazista, avvenuto nella notte tra l’1 e il 2 ottobre 1943, e poi a rifugiarsi in Svezia, paese rimasto neutrale.
Il caso danese è unico poiché, rispetto ad altri salvataggi avvenuti in altri paesi nel corso della Seconda guerra mondiale, l’intera popolazione, dal re fino alle persone appartenenti alle classi sociali più umili, contribuì unanime al salvataggio degli ebrei. La figura del nazista tedesco Duckwitz fu cruciale: si tratta infatti dell’unico politico nazista che rischiò la vita per opporsi alla deportazione.
Anni dopo la fine della guerra, Duckwitz e molti danesi verranno riconosciuti come “Giusti tra le Nazioni” dallo Yad Vashem. Il loro esempio ci dimostra come ci si possa sempre opporre a un potere all’apparenza invincibile.