studio a partire dal racconto di Ernest Hemingway
dramaturg Maddalena Mazzocut-Mis
con Matteo Bonanni e Federica D’Angelo
regia Paolo Bignamini
assistente alla regia Giulia Asselta
produzione Teatro Franco Parenti
in collaborazione con Università degli Studi di Milano
si ringrazia Luca Doninelli per il prezioso suggerimento
Il grande scrittore americano infatti esplicita solo una parte molto piccola della storia che sta raccontando, lasciando sommersi i nuclei tematici profondi, lavorando secondo quello che lui stesso definisce «il principio dell’iceberg»: «i sette ottavi di ogni parte visibile sono sempre sommersi, – dice in un’intervista a George Plimpton – Tutto quel che conosco è materiale che posso eliminare, lasciare sott’acqua, così il mio iceberg sarà sempre solido. L’importante è quel che non si vede. Ma se uno scrittore omette qualcosa perché ne è all’oscuro, allora le lacune si noteranno».
Un uomo e una donna alla stazione, in attesa di un treno, devono decidere se tenere o no il figlio di cui lei è incinta. Sulla questione hanno punti di vista divergenti e la tensione che si genera tra loro è palpabile. Tutto resta suggerito, accennato e non detto: il rapporto tra i due, ciò che li ha tenuti insieme fino a quel momento e il futuro che li attende una volta partiti.
Accostarsi da un punto di vista drammaturgico a un racconto criptico e minimale come questo, rappresenta una sfida narrativa ed espressiva, artistica e filosofica, che verte sul valore del silenzio e sul significato dell’ellissi.