La biblioteca umana del Franco Parenti
di Angelica Ferri
Che cosa succede quando gli attori diventano spettatori e gli spettatori diventano attori? Quando gli spettacoli diventano parte della vita del pubblico e la vita di tutti i giorni sale sul palcoscenico? Al Teatro Franco Parenti questo accade tutti i giorni da 50 lunghi anni e sono Ruggiero Franceschini e Laura Serena in La biblioteca umana dello spettatore a raccontarlo, in una storia fuori e dentro il teatro a partire dal 1973.
Circa cinquanta spettatori, intervistati durante la preparazione dello spettacolo, hanno raccontato che cosa significhi per loro il teatro e che cosa significhi per loro quel teatro che, dagli anni ’70, abita gli spazi di via Pier Lombardo, ripercorrendo la storia di un luogo che per Milano è stato Storia ed è vita.
Il pubblico dello spettacolo ha avuto la possibilità di sentire in cuffia le voci del passato e del presente che hanno abitato e tuttora abitano gli spazi del Parenti. Durante questo viaggio itinerante nel tempo sono quattro reali spettatori a portare diretta testimonianza delle proprie epoche: Lino, che negli anni ’70 viene incarcerato e impara ad amare il teatro; Monica che negli anni ’80 ritrova nel teatro il silenzio necessario per elaborare il caos di discoteche e gioventù allo sbando; Sandra che nell’89 ritrova teatralità nel suono del pianoforte tra le macerie del muro di Berlino; e Carlo che negli anni ’90 vive in mezzo ai grandi registi teatrali una fulgida carriera da spettatore professionista.
Eccole, sono queste le storie che danno linfa al legno del palcoscenico e che animano di realtà la finzione della rappresentazione; sono questi i racconti che abbattono i muri e le distinzioni, creando una comunità viva in cui il pubblico può riconoscersi.