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La vita, il sogno

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La vita, il sogno

Dal capolavoro drammaturgico La vita è sogno di Calderón de la Barca, in scena un racconto ambientato al Castello di Milano nella riscrittura del poeta Franco Loi, in una lingua unica che unisce italiano, lombardo e milanese. Sul palco un cast di grandi attori, diretto da Daniele Abbado.

La prima edizione

Era il 1995 quando Andrée Shammah mise in scena La vita, il sogno, magnifico testo che Franco Loi scrisse incoraggiato dalla regista.

Oggi, nel suo CINQUANTESIMO, il Parenti sceglie di omaggiare il drammaturgo-poeta restituendo al pubblico il suo testo nella purezza e unicità della sua lingua, con una mise en espace diretta da Daniele Abbado e con protagonista Giovanni Crippa, per il quale Loi aveva ridisegnato il suo protagonista e che a causa di un infortunio non poté interpretarlo.

Uno spettacolo che coinvolge e fa riflettere, che propone una partecipazione, non solo emotiva, a problemi e idee che sono costitutive della nostra vita e dei nostri sogni.
Franco Loi

La storia è ambientata nella città meneghina rappresentata da uno dei suoi luoghi simbolo, il Castello di Milano, dove i re e gli aristocratici dell’opera originaria, diventano Galeazzo Sforza e i nobili della sua cerchia.

Intrighi, amore, giochi di potere e dissidi tra padre e figlio, muovono le pedine di una racconto scenico che allude a vicende della nostra vita pubblica e privata e ci invita a una riflessione sulle ragioni del potere, sull’esistenza e sulla libertà.

Gli Sforza per parlare di noi oggi, a Milano: una favola che racconta come superare l’insensatezza del vivere confrontandosi con problemi e idee che sono materia della nostra vita e dei nostri sogni.

Una messa in scena in cui viene lasciato grande spazio alla poetica di Loi e alla sua scrittura, caratterizzata dalla scelta del dialetto, inteso non come folklore ma come lingua dell’esperienza e della poesia. Un uso del dialetto non alternativo a quello dell’italiano, ma come attraversamento poetico totale. Questo nuovo allestimento sarà essenziale, scarno, di forte impatto emotivo e intessuto drammaturgicamente dagli interventi musicali di Simone Beneventi e impreziosito dalle luci disegnate da Angelo Linzalata.