di Daniele Abbado, Giuliano Corti, Luca Scarzella
su testi di Vladimir Majakovskij
con Giovanna Bozzolo
regia Daniele Abbado
scene e luci Gianni Carluccio
regia video Luca Scarzella
suono Hubert Westkemper
drammaturgia Giuliano Corti
assistente alla regia Stefano Ferrara
consulenza musicale Michele Dall’Ongaro
riprese video Daniele Donati
montaggio video Francesco Lupi Timini
direttore dell’allestimento Alberto Accalai
elettricista Martino Minzoni
fonico Donato Pepe
scene costruite presso il laboratorio del Teatro Franco Parenti
si ringrazia Paolo Bessegato, Massimo Loreto, Mauro Malinverno, Alberto Mancioppi, Gianfranco Piacentini, Antonio Rosti, Luca Sandri, Gianni Toti, Pavel Zelinskiy, Gianni Toti, Cineteca di Bologna
produzione Teatro Franco Parenti / Diaghilev
Partendo da quel suo ultimo gesto ribelle, lo spettacolo ricostruisce nove tappe della vita di uno degli artisti più coraggiosi di quello straordinario periodo storico in cui fiorirono le tante figure, le teorie, i motivi e i colori delle avanguardie russe.
Giovanna Bozzolo impersona la sua voce poetica, il suo smisurato bisogno di verità e di amore, la sua anima nobile di grande provocatore al servizio dell’utopia.
Una pièce che si avvale della riscoperta di fotogrammi superstiti dei film interpretati da Majakovskij e spezzoni ricavati dall’enorme arsenale di immagini del documentarismo sovietico degli anni in cui nasceva il linguaggio del cinema, in cui il montaggio diveniva linguaggio per raccontare la storia di un possibile popolo nuovo.
Un poeta si è ucciso, si è sparato un colpo al cuore, forse proprio per spaccare la sorgente stessa dell’ispirazione poetica. L’amore per la vita e l’amore per la poesia sono la stessa cosa per Majakovskij: quando la parola manca, anche vivere diventa una mancanza insopportabile. Poesia d’amore, poesia di strada, poesia di piazza, poesia che parla ai singoli e ai milioni che ancora sognano un destino per tutta l’umanità. Voci confuse affollano la scena del delitto, voci che tentano ostinatamente di rievocare la figura del poeta, voci stupite che non riescono a vedere nei versi del poeta e in tutta la sua opera il presagio di un suicidio annunciato. A poco a poco la voce di Majakovskij ritrova le parole e il coraggio delle parole.
L’incidente è chiuso è una libera interpretazione dell’opera di Majakovskij in nove tappe, un percorso di interpretazione che dà voce al personaggio pubblico e all’uomo per scoprire, oltre ai limiti della storia della letteratura e della biografia di un poeta, quelle parole che gli stereotipi espressivi scacciano dalla dimora del senso. Quando il linguaggio si fa smorfia e piaggeria, quando la canzone diventa consolatoria, falsificando i sentimenti, allora la poesia tace.
Ridare una voce a Vladimir Majakovskij, con tutta la passione espressiva di un’attrice che ne interpreta il gesto, è il senso di questo spettacolo di teatro poetico.