L’aldilà di Pizzeria K: riflessioni sul post-suicidio
di Chiara Narciso
Un viaggio nell’aldilà, una Divina Commedia contemporanea in cui però il protagonista è veramente morto e va alla scoperta delle altre vite che hanno avuto il desiderio di terminare la propria esistenza. Pizzeria K, che debutta in prima nazionale al Teatro Franco Parenti, è un adattamento dal libro di racconti di Etgar Keret, Pizzeria Kamikaze. Per la regia di Mario De Masi, lo spettacolo, ambientato in un mondo popolato da suicidi, racconta l’incontro tra tre personaggi interpretati da Francesco Brandi, che ha curato anche la drammaturgia, Giulia Pica e Antonio Stoccuto.
L’universo parallelo rappresentato, a tratti grottesco e surreale, diviene la scena su cui agisce Brandi nei panni di Giacomo, il protagonista, affiancato per gran parte dello spettacolo da Ciro, interpretato da Stoccuto. La vita dopo la morte appare molto simile a quella del mondo dei vivi; anche là preoccupazioni, relazioni e stati emotivi scandiscono il passare del tempo. Giacomo ha trentacinque anni, racconta che quando era in vita faceva l’operaio e lavorava in una fabbrica di tubi, strumento che ricorre nella rappresentazione trasformandosi in un’automobile o in un presidio utile per spargere del fumo in scena. Dopo qualche sera in questo mondo ultraterreno, il protagonista trova lavoro nella Pizzeria K, ristabilendo così una sorta di routine. Si imbatte successivamente nel personaggio di Ciro e insieme a lui ogni giorno fa il giro dei pub del posto, beve e incontra alcune ragazze che portano sulla pelle i segni della loro fine. Giacomo nel frattempo scrive anche delle poesie sul taccuino che tira fuori dalla tasca di tanto in tanto, ma senza farle leggere a nessuno.
Le vite delle personalità coinvolte diventano il pretesto per analizzare la tematica del suicidio, le motivazioni e soprattutto le riflessioni a posteriori rispetto all’azione compiuta. Tra i personaggi, quello interpretato da Giulia Pica ci ripensa, non vuole che la sua vita finisca lì e crede ci sia stato un errore. Per questo motivo spinge i suoi compagni ad accompagnarla nella ricerca spasmodica dei responsabili dell’universo parallelo post-mortem in cui si trovano. Ciro, invece, ironizza meravigliato di ritrovarci la sua intera famiglia, mentre Giacomo racconta del suo amore per Desideria, brutalmente finito, e della sua vita stroncata da una dose importante di antidepressivi assunti a seguito della rottura. Ognuno di loro in questa storia è comunque alla ricerca di qualcosa, che alla fine del viaggio si concretizzerà in una rinnovata voglia di vita, anche nell’aldilà.