Da un paio di settimane sta raccogliendo consensi e un bel successo, una commedia che diverte e preoccupa, che suscita complicità o presa di distanza, ma che da quasi trecento anni resta un capolavoro. Si parla di Il misantropo nel nuovo allestimento del Teatro Franco Parenti di Milano, dove è in scena fino al 3 dicembre e dove Molière, come Giovanni Testori, è un punto di riferimento, specie per la regista, Andrée Ruth Shammah, che nel commediografo francese vede lo stato di una condizione umana. E quella del protagonista di Il misantropo è certo particolare. Alceste è uno che dice e si contraddice, come tante persone: odia il genere umano, superficiale e corrotto, ma ama la più farfallona, mendace e mondana delle donne, Célimène. Combatte “le bourgeois”, ma poi ci vive in mezzo. E’ ribelle, ma anche ossessivo. È un eroe ma anche un po’ uno stalker (quando confessa a Célimène di volerla tutta per sé, di voler che lei stia lontano da tutti, fa venire brividi).