Tratto dalla storia vera di Fernanda Farias De Albuquerque
testo e regia Fabrizio Coniglio
con Vladimir Luxuria
scene Paola Castrignanò
costumi Sandra Cardini
assistente alla regia Valentina Beotti
light designer Francesco Barbera
produzione Teatro e Società Srl
Nata Fernando Farias De Albuquerque nella più povera campagna brasiliana, abusata a otto anni e cresciuta senza padre, già da piccola Princesa non si riconosce nel suo corpo: si trucca, gioca con le bambole e desidera essere altro. Diventa Fernanda cambiando il suo corpo, poi fugge di città in città fino a Roma, trovando solo la via della prostituzione, sfruttatori e uomini incapaci di amarla fino in fondo. Finisce in carcere dove si innamora del suo vicino di cella e nel 2000, tra alcol, droga, la scoperta della propria sieropositività e una condanna per tentato omicidio, Princesa decide di togliersi la vita.
Appassionata, credibile, coinvolgente. Vladimir Luxuria manifesta piena capacità di percorrere con straordinaria efficacia un range interpretativo a vocazione drammatica piuttosto esteso, che va dall’incubo claustrofobico tipico della vita carceraria, ai ricordi ossessivi di un’adolescenza difficile e martoriata, fino ai demoni interiori vissuti da chi abusa di sostanze stupefacenti. (…) Graditissime le incursioni umoristiche, pur estemporanee e contenute. Interessante l’uso della quarta parete, bucata dapprima dolcemente, poi frantumata violentemente.
– Artistsandbrands
Una storia coinvolgente che ha attirato l’attenzione del pubblico presente, rimasto in religioso silenzio fino alla fine, quando si è finalmente lasciato andare in un prolungato applauso.
– Valentina Venturi, il Messaggero
Perché Fernanda è proprio una figlia
Come una figlia vuol far l’amore
Ma Fernandino resiste e vomita
E si contorce dal dolore
NOTE DI REGIA – Fabrizio Coniglio
Cosa rende la storia di Princesa così speciale? Così epica da sembrare una tragedia greca ambientata in epoca moderna? Ognuno di noi nella vita ricerca la propria realizzazione, la buona riuscita del proprio demone, come dicono i greci; infatti, per loro lo scopo della vita è la eudaimonia. Realizzare il nostro demone, la nostra virtù, la nostra spinta vitale. Lo spettacolo, tutto tratto da lettere autentiche, ha come ambientazione un carcere. Vedremo i sogni, le malinconie di Princesa, che troverà conforto grazie al rapporto col suo vicino di cella, una relazione che si realizza esclusivamente attraverso la finestra. Con lui nascerà un amore platonico che la salverà dall’inferno. Il personaggio con cui la protagonista interagisce non parla mai, la ascolta soltanto, come avvenne nella realtà. Sarà proprio in carcere che vivrà uno dei momenti più belli della propria vita. Purtroppo, i tormenti della protagonista, paradossalmente, torneranno a farle visita proprio dopo aver abbandonato Rebibbia. Vladimir Luxuria, con la sua interpretazione, restituirà le emozioni e le malinconie di Princesa, sensazioni che ha vissuto anche lei sulla sua pelle. Sarà in tutto e per tutto una interpretazione, che potremmo definire neorealista, in cui lo spettatore non vivrà uno scollamento tra l’interprete e la storia. Tutti i fatti che racconteremo sono reali, e il copione teatrale è frutto di testimonianze e delle lettere d’amore scritte all’ergastolano.