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Il sentiero dei nidi di ragno

Un percorso di parole e musica per Italo Calvino

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Il sentiero dei nidi di ragno

Un percorso di parole e musica per Italo Calvino

Tra teatro e musica, un omaggio al grande scrittore Italo Calvino che scelse di raccontare l’esperienza partigiana attraverso gli occhi di un monello.

In un piccolo paese della Liguria, durante gli anni della Resistenza e dell’occupazione nazista, Pin, piccolo orfano isolato dai coetanei, vive con la sorella Rina, prostituta dei tedeschi. Il bambino passa le sue giornate tra gli adulti filtrando il loro mondo con il suo sguardo ingenuo e innocente. Per farsi apprezzare dai partigiani arriva a rubare la pistola a un soldato tedesco.

Da qui nasce tutto il resto: la prigione, la fuga… Dietro a ogni gesto di Pin c’è il disperato desiderio di far parte di un mondo. Ma ogni volta, si sente più solo che mai. Allora torna nell’unico luogo dove tutto è possibile, un luogo nascosto tra i nidi di ragno.

L’indicibile, le tragedie, gli eroismi, gli impensati slanci e i tormenti delle coscienze diventano inaspettatamente un mondo scanzonato, quasi allegro per rendere conto di un momento, così cruciale nella nostra Storia: quello della Resistenza.

Quando cominciai a sviluppare un racconto sul personaggio d’un ragazzetto partigiano che avevo conosciuto nelle bande, non pensavo che m’avrebbe preso più spazio degli altri. Perché si trasformò in un romanzo? Perché – compresi poi – l’identificazione tra me e il protagonista era diventata qualcosa di più complesso.

– Italo Calvino


L’astuzia di Calvino, scoiattolo di penna, è stata questa, di arrampicarsi sulle piante, più per gioco che per paura, e osservare la vita partigiana come una favola di bosco, clamorosa, variopinta, “diversa”.

– Cesare Pavese, nella postfazione al romanzo