drammaturgia, regia, scene e luci Dino Lopardo
con Mario Russo, Alfredo Tortorelli
aiuto regia Amelia Di Corso
produzione Gommalacca Teatro
con il sostegno della residenza artistica Il filo immaginario di Gommalacca Teatro
In uno stile tragicomico scorretto che non infastidisce, anzi diverte, Affogo racconta la solitudine, i rapporti familiari tossici, la società corrotta, il bullismo. Si respira aria pesante, odio di fondo: al centro, le conseguenze e gli strascichi degli spaventi giovanili. Gli atteggiamenti e i comportamenti persistenti sedimentano disturbi della condotta, depressioni, sociopatia. E ancora difficoltà nella regolazione e nel riconoscimento delle emozioni, sia per chi commette atti “persecutori” sia per chi li subisce.
Nicholas, il protagonista, vive un disagio per un trauma subito nel passato, tra i poli della vita intima (il bagno di casa) e dello stare in società (la piscina comunale). Vive in casa con degli zii ottusi e dalla mentalità provinciale e sin da bambino conserva un sogno nel cassetto: diventare campione di nuoto, nonostante abbia il terrore dell’acqua. È vittima e al tempo stesso carnefice di atti violenti.
Affogo è il primo episodio della Trilogia dell’odio: Affogo, Rigetto, Cesso – la morte si conquista giocando, scritta e diretta da Dino Lopardo e interpretata da Mario Russo, performer espressivo, irriverente, istrionico. Scene e disegno luci, guidate sempre da Lopardo, costruiscono un’atmosfera realmente sospesa dalla realtà e proiettano ben oltre la terza dimensione la drammaturgia e la profondità del palco.
Questa tragicommedia poco corretta nelle parole e nei gesti è un piacere a vederla per rapidità del racconto e bravura dell’attore che mescola inorridite memorie d’infanzia contadina capaci di giustificare ogni successiva incertezza di vita e tenerezze d’affetto elargito di pari passo con punitive ossessioni trascinate avanti nel tempo della vita.
– Giuio Baffi, la Repubblica
Conquistare la scena, per davvero. Non capita spesso, di questi tempi, a teatro. […] Sono rimasti tutti fulminati dal monologo Affogo. […] Indovinata anche la scelta del registro linguistico, Russo recita con disinvoltura ed enfasi nella lingua della sua città natale, Crotone.
– Claudio Ricciardi, Quarta Parete