testo e regia Renato Sarti
con Valentina Picello, Renato Sarti e Michelangelo Canzi
scene e costumi Carlo Sala
musiche originali Carlo Boccadoro
assistente alla regia Chicco Dossi
produzione Teatro della Cooperativa
Nelle periferie del mondo, una buona parte della popolazione mondiale vive nell’indigenza, mentre una sempre più ristretta cerchia di privilegiati sguazza nello sfarzo e nello spreco, accumulando spropositate quantità di denaro.
Non ha importanza chi in un’altra vita attraverserà la cruna dell’ago per giungere in paradiso; è qui in Terra che spesso si vive l’inferno. Mentre spot, programmi televisivi e social dispensano felicità, anziani, donne, ragazzi, tra abbandono, disoccupazione, violenza e droga vivono tragedie di ordinaria quotidianità; vittime sacrificali di un rito collettivo che si consuma attorno ai sacri totem dei media.
Trilogia del benessere è composta da tre atti unici:
Libero (il Battesimo): un bimbo nato in carcere, figlio delle disastrose conseguenze di un rapporto fra il drogato Tino e la “sua” prostituta Maria (andato in scena al Piccolo Teatro di Milano nel 1989, con la regia di Giorgio Strehler)
Spartaco (la Comunione): un tossicodipendente si buca in diretta, nuova triste star di un reality televisivo spinto all’estremo.
Buon Natale (l’Estrema unzione): Pasquale e Natalia, due anziani abbandonati dai figli e dal mondo intero, attendono la festa della natività a modo loro.
Ho letto i suoi testi, che mi hanno molto colpito, soprattutto Libero che, dei due, è quello che mi è piaciuto di più: per l’incalzare, veramente perfetto, del dialogo, per quel doppio piano che trovo magnificamente riuscito fra una realtà, colta in tutti i suoi aspetti anche esterni, naturalistici, e un’altra realtà, sotterranea e in qualche modo eterna oppure librata al di sopra del tempo, una realtà di sofferenza attuale ma anche antica, direi arcaica.
Non direi affatto che il Suo sia un teatro naturalistico, ma piuttosto è una specie di sacra rappresentazione, che cerca di andare al fondo della violenza e del dolore, alla ricerca di un riscatto.
– Claudio Magris, Trieste, 18 Febbraio 1989
Un classico della drammaturgia degli ultimi decenni, allestito in passato da registi del calibro di Strehler, questo spettacolo feroce come pochi altri è emblematico della linea viscerale e battagliera che contraddistingue la sala incastonata tra le case popolari di Niguarda.
– il Giornale