supervisione artistica Carlo Furgeri Gilbert
progetto grafico e allestimento Leftloft
organizzazione Sally Peres e Mauro Vaerini
comunicazione Chiara Stangalino
Si ringraziano: Manuela Berretta, Manuela Bianchi, Marco Cabrini, Michele Caputo, Giovanni Carissimo, Alessandro Comino Caterina Corrias, Fabio Aurelio Di Girolamo, Lisa Mascheroni, Elettra Printing, Davide Squeo, Studio Fahrenheit
Aiutare le persone migranti a costruire il proprio futuro, dentro una comunità che le riconosca e le accompagni, è una responsabilità condivisa. Il ricavato di queste fotografie andrà a sostenere i progetti Caritas dedicati alla formazione di giovani migranti. Una goccia, certo, rispetto al fabbisogno. Ma uno stimolo, comunque, per cominciare. E suggerire altre analoghe, benemerite iniziative.
Insistendo sui dettagli, per sottolineare, fin nei particolari, l’anima profonda di un’area del mondo che, nel corso della storia, ha definito una propria originale identità attraverso l’incrocio fecondo di confronti e conflitti, guerre e commerci, scontri e incontri di culture, religioni, lingue, costumi e consumi. Un’identità, dunque, aperta e dialettica, mutante, meticcia. Un’identità dinamica, quanto mai stimolante proprio in stagioni di così radicali cambiamenti e di profonde incertezze.
Paesaggi cangianti. E movimenti. Com’è sempre stato. Un mosaico. Per rappresentare le storie vissute in terre di mercanti e di migranti, carichi di speranze e di orgogliose vitalità.
Qui si racconta, insomma, un Mediterraneo molto meridionale. Un Mediterraneo di paesi di costa e di montagna e soprattutto di isole, dai confini aperti che l’ansia di conoscenza porta a varcare. Il rifrangersi di un’onda, un’ombra, il tralcio d’una vite, le spine dei fichi d’India, la serratura arrugginita di un’antica porta, un sentiero tra il verde, l’angolo d’una casa, una pianta, un gioco di luci e colori, un istante strappato al corso del giorno o della notte, la traccia d’una navigazione, la ricerca d’una piazza o di un porto. E così via continuando, nel gioco che attraversa lo spazio e il tempo. Dall’alba al tramonto. Tra acque chiare e alture solenni che fanno da corona alle insenature.
Paesaggi ospitali e talvolta aspri. E ruderi che hanno ancora la forza di testimonianze di vita. Appunti per gli occhi segnati sui bordi delle pagine di un “Breviario mediterraneo” che ha robuste radici artistiche e letterarie, morali e civili.
Memorie.
Ecco il punto: queste immagini hanno il sapore della memoria, come hanno sempre raccontato le storie delle rotte marine e degli approdi. E dunque costruiscono sapide suggestioni per immaginare il futuro. Come se gli occhi avessero le ali. Come la sapienza di un antico dio.