Archivio / Incontri e Libri

Ma quando arrivano le ragazze?

Incontro con Valeria Palumbo

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Ma quando arrivano le ragazze?

Incontro con Valeria Palumbo

Guardate l’immagine della manifestazione studentesca davanti alla Facoltà di lettere, a Roma, nel febbraio 1968: dove stanno le ragazze? Qua e là, nella massa di giovanotti in giacca e cravatta, se ne intravede qualcuna seminascosta. E allora, nel 1968, in quella ribellione giovanile (e operaia) che scosse alle radici i principi di una società gerarchica e patriarcale, quando sono arrivate le donne? Quando i loro temi sono diventati di una generazione prima, e di una nazione poi? Innanzi tutto, il 1968 non “è” un anno. È un processo, lungo, che ha due poli socialmente lontani, l’Università e la fabbrica, e un solo palcoscenico: la città. Ed è proprio in città che le ex-contadine, solo in parte diventate operaie, e in piccola percentuale impiegate e insegnanti, scoprono che si possono rompere catene di secoli. L’appuntamento mancato (o tradito) due volte, con il Risorgimento e la Resistenza, questa volta ha successo: cadono (lentamente), una dopo l’altra, le leggi della prigionia. Ammissione a tutte le professioni, parità salariale (sulla carta), fine del reato di adulterio, nuovo diritto di famiglia, divorzio, aborto legale, fine del delitto d’onore, legge sulla violenza sessuale e sullo stalking. Patti civili. Questo nel 2016. Una lunga marcia. Ancora in corso. Ma quando arrivano le ragazze, poi, è impossibile fermarle.

Valeria Palumbo, giornalista, storica delle donne e drammaturga, lavora in Rcs Media Group. Già caporedattore centrale de L’Europeo e di Global Foreign Policy, ha lavorato al Corriere della Sera e alla Gazzetta dello Sport. Alla Statale di Milano tiene un laboratorio di radio e tv web. Ha appena pubblicato Piuttosto m’affogherei. Storia vertiginosa delle zitelle. A giugno uscirà per Hoepli L’epopea delle lunatiche, sulle donne che hanno esplorato lo spazio.