tratto dalla tetralogia L’amica geniale di Elena Ferrante (Edizioni e/o)
un progetto di Fanny & Alexander
ideazione Chiara Lagani e Luigi De Angelis
con Chiara Lagani e Fiorenza Menni
drammaturgia Chiara Lagani
regia, light design, spazio scenico Luigi De Angelis
sound design Tempo Reale/Damiano Meacci
video Sara Fgaier
ricerca e allenamento coreografico Fiorenza Menni
progetto sonoro Luigi De Angelis
vocals Emanuele Wiltsch Barberio
percussioni Cristiano De Fabritiis
supervisione tecnica e cura del suono Vincenzo Scorza
tecnico di palcoscenico Giovanni Cavalcoli
costumi Chiara Lagani collezione Midinette
fotografia e riprese video Alessandra Beltrame e Stefano P. Testa
postproduzione Davide Minotti
sviluppo Super 8 Alessandra Beltrame presso Cinescatti
materiali di archivio Associazione Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famigliae Bruno Belfiore
organizzazione e promozione Ilenia Carrone
produzione Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia/ Ravenna Festival/ E-production
in collaborazione con Ateliersi
ringraziamenti Lorenzo Gleijeses, Giorgia Sangineto, Sofia Di Leva, Andrea Argentieri
L’amica geniale celebre romanzo di Elena Ferrante arriva sulle scene grazie a Fanny & Alexander, compagnia di ricerca che da venticinque anni rielabora e reinterpreta con diversi codici e linguaggi fiabe, romanzi e testi letterari.
Sullo sfondo di una città-mondo dilaniata dalle contraddizioni del passato, del presente e di un futuro i cui confini feroci faticano ancora a delinearsi con chiarezza, si sviluppa da un lato una partitura musicale e sonora – veicolo emotivo della componente ineffabile e inenarrabile della vicenda – dall’altro la voce e manifestazione fisica degli universi concreti: Napoli in primis, ma anche le altre città abitate dalle protagoniste, Firenze, Torino e Pisa.
Storia di un’amicizia, svela con semplicità e naturalezza gli inganni della memoria che col passare del tempo riorganizza a proprio piacimento i pensieri, occulta alla coscienza scomode verità, crea falsi eroi, evoca quegli spiriti che esistevano “non nei palazzi, nei vicoli e vicino alle porte antiche del Vasto” ma “nella testa quando si pensa, perché le parole sono zeppe di fantasmi”.