© Antonio Parrinello
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Archivio / Teatro

Storia di un oblio

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Storia di un oblio

© Antonio Parrinello
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Quanto vale una vita? Come può un piccolo gesto compiuto con leggerezza far precipitare, in un attimo, la situazione verso il baratro?

Roberto Andò, regista cinematografico e teatrale di fama internazionale, porta per la prima volta in Italia il celebre racconto Quel che io chiamo oblio di Laurent Mauvignier, uno degli scrittori francesi più apprezzati dal pubblico e dalla critica. Un lungo monologo capace di restituire, con sguardo disincantato e puro, un universo di “umili” in un crescendo emozionante che risveglia in noi sentimenti di pietà e indignazione.

In scena un attore di rara sensibilità e potenza come Vincenzo Pirrotta.

La storia, quella vera e quella raccontata da Laurent Mauvignier, è molto semplice: un uomo entra in un supermercato all’interno di un grande centro commerciale di una città francese. Ruba una lattina di birra e viene bloccato da quattro addetti alla sicurezza che lo trascinano nel magazzino e lo ammazzano di botte.
Teso quasi allo spasimo nel resoconto minuzioso di una morte assurda, il flusso di parole accoglie tutti i temi cari a Mauvignier e li restituisce in una scrittura rigorosissima capace di raccontare senza retorica, senza furbizia.

Breve e intensissimo, Storia di un oblio è piuttosto un récit che un racconto. Un bellissimo monologo a più voci...
Goffredo Fofi - Internazionale