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Ondine

Concepito per affinità fra gli spazi della Villa Belgioioso di via Palestro e quelli immaginati da Jean Giraudoux in Ondine, lo spettacolo di Andrée Ruth Shammah nasce sulla riva di un laghetto milanese dove l’acqua ritorna ad essere elemento primordiale, mondo profondo dell’indefinito e dove troverà riparo l’uomo, Hans, il cavaliere errante. Spinto per amore della sua donna, Bertalda, a superarsi nella gloria di avventure impossibili, Hans non potrà rinunciare a trovare se stesso nell’amore assoluto: Ondine. In un attimo e per sempre innamorata, Ondine appare ad Hans “gaia, tenera, devota” mentre lei è la natura stessa, immensa sfuggente che scegliendo i limiti dell’uomo gli sacrifica l’infinito con tutti i suoi prodigi. Ondine accetta e comprende tutto, non ha paura di niente tranne che della separazione da Hans e con lui sarà a corte, lei, anima del mondo, per unirsi a lui nella realtà del mondo. Si aprono i festeggiamenti, e si aprono i conflitti: Hans ritrova Beltrada e il suo amore terreno e appassionato. La trasparenza e l’amore di Ondine rivelano ridicoli gli opportunismi, assurde le difese, ma il suo candore risulta incomprensibile e le forze che la circondano intervengono sorprendendo la corte e perseguitando gli uomini. La frattura tra anima e realtà non è risanabile, così la menzogna di Ondine e il tradimento di Hans diventano necessari perché gli uomini possano continuare a distinguere, accusare e processare: “in fin dei conti non è molto quello che dio ha concesso loro, una superficie con due metri in altezza, tra cielo e inferno”.

La Shammah ha reso ancora più fiabesca la fiaba facendone emergere i meccanismi primari, e più ancora immergendola in uno scenario di straordinaria bellezza, il giardino della milanese Villa Reale.

– Giovanni Raboni, Corriere della Sera


L’effetto di straniamento poetico attraverso le immagini è ben riuscito. La regista è andata ben oltre i soliti spettacoli son et lumiere che inflazionano le nostre estati; è riuscita a farci ricordare le fèries di Copeau a San Minato, la “Tempesta” giovanile di Strehler nei giardini di Boboli.

– Ugo Ronfani,  Il Giorno


Originale la Shammah lo è, senza dubbio. E anche audace nel sostenere le proprie convinzioni. La sua Ondine si svolge su un percorso itinerante che dalle rive di un suggestivo laghetto illuminato dalla luna, con attori in barca, ci porta davanti alla facciata della villa, quindi nel parco tra piante, cavalli, statue viventi.

– Umberto Simonetta, L’Indipendente


Un racconto per gli occhi in cui domina il candore abbagliante.

– Maria Grazia Gregori, L’Unità

Ondine – Seconda edizone 2008

di Jean Giroudoux
uno spettacolo di Andrée Ruth Shammah
con Sabrina Colle, Giovanni Battaglia, Fiorenza Brogi, Paolo Ciarchi, Alberto Mancioppi, Alessandro Manzella, Bob Marchese, Pietro Micci, Giorgio Nocerino, Luciano Pagetti, Laura Pasetti, Alessandro Pavesi, Alessandro Quattro, Margherita Ramella, Mario Sala, Sergio Scorzillo, Roberto Trifirò
produzione Teatro Franco Parenti

In occasione della riapertura del Teatro Franco Parenti dopo i lavori di ristrutturazione.


Ondine – Terza edizone 2013

di Jean Giraudoux
uno spettacolo di Andrée Ruth Shammah
con Marina Rocco
e con (in ordine alfabetico) Paolo Ciarchi, Matteo De Blasio, Gabriele Gattini Barnabò, Roberto Laureri, Elena Lietti, Alberto Mancioppi, Alessandro Manzella, Francesco Migliaccio, Giorgio Nocerino, Alessandro Pavesi, Umberto Petranca, Paolo Roda, Roberta Rovelli, Sergio Scorzillo , Guido Tonetti
luci Marcello Jazzetti
costumi Gianmaurizio Fercioni
collaborazione ai costumi Angela Alfano
musiche di Michele Tadini
suggestioni video Stalker
effetti speciali Tommaso Balsamo
sarta Simona Dondoni
regista assistente Fabio Cherstich
assistente alla regia Gabriele Gattini Bernabò
direttore dell’allestimento Alberto Accalai
tecnico luci Domenico Ferrari

Uno spettacolo coraggioso e da tenere in bambagia per l’audacia di un’ideazione scenica.

– Franco Quadri, la Repubblica


La regia usa con sapienza gli spazi del teatro, dal foyer alla sala grande, e imprime alla favola una dinamicità che la rende incantata.

– Magda Poli, Corriere della Sera