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La cerca del Graal

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La cerca del Graal

Come fece a suo tempo nei Chiostri dell’Umanitaria per La doppia incostanza di Marivaux e più recentemente alla Villa Reale di via Palestro con Ondine, Andrée Ruth Shammah ha realizzato uno spettacolo festoso e coinvolgente, sfruttando le suggestioni e le opportunità sceniche offerte dal Castello Sforzesco, valorizzandone i luoghi meno conosciuti e consentendo di vedere gran parte del monumento da una prospettiva inedita.

La cerca del Graal è uno spettacolo costruito attraverso otto stazioni che scandiscono il cammino di conoscenza del protagonista, Perceval, che il pubblico seguirà nei suoi spostamenti dentro il fossato, sul loggiato di Ludovico il Moro, lungo il perimetro delle mura fino alla roccaforte sulla porta occidentale, dove, con l’apparizione del Re Pescatore, il percorso si chiude, ritornando attraverso le segrete. Protagonista dello spettacolo è Flavio Bonacci insieme a una decina di attori e a un buon numero di comparse che hanno anche il compito di orientare i movimenti degli spettatori nel corso della rappresentazione.

A ideare “La cerca del Graal”, evento teatrale che potesse adattarsi a uno dei più evocativi monumenti milanesi, è stata la regista Andrée Ruth Shammah, che assieme all’assessore Daverio ha voluto continuare la strada di un teatro che possa anche contribuire a restituire il patrimonio artistico ai cittadini stimolando interventi di restauro.

– Franco Manzoni, Corriere della Sera


Nella drammaturgia elaborata dalla Shammah si respira la leggerezza gioiosa di chi racconta una storia con entusiastica e coinvolgente vitalità per spingere lo spettatore a guardare quelle vicende di dame, cavalieri, armi e amori con gli occhi di un ragazzo che sfoglia un libro di avventure.

– Magda Poli, Corriere della Sera


Ruth Shammah ha costruito uno spettacolo itinerante all’intento del Castello Sforzesco che ci è piaciuto per la sua “leggibilità” e per la sua sobrietà. Merito, il successo, anche della bravura degli attori che hanno adottato uno stile recitativo maliziosamente giocoso, pur senza infrangere gli intenti epici e apologetici del romanzo.

– Ugo Ronfani, Il Giorno


…alla regista interessa un teatro cui abbandonarsi facilmente e da cui ricevere emozioni semplici e positive. Tutto questo si realizza in questo spettacolo a patto di adottare un atteggiamento forte di rinuncia all’incredulità.

– Ugo Volli, la Repubblica