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La leggenda del santo bevitore

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La leggenda del santo bevitore

Da un capolavoro di Joseph Roth, lo spettacolo che Andrée Ruth Shammah ha pensato per Piero Mazzarella, in un’interpretazione memorabile, è di quelli che lasciano il segno, costruito su contrasti espressivi di struggente poesia fra diversi personaggi, umani fallimenti e confronto con l’assoluto, immagini e suoni che evocano e inventano tutta una vita, altre epoche, mille e forse nessuna città.

La magica parabola di un clochard spinto fuori dal suo torpore da un misterioso benefattore è la storia di un’esistenza perduta dietro a tutte le occasioni che la vita sembra offrire, ma protesa fino alla morte verso l’adempimento di un dovere morale. Portentosi colpi di fortuna, imprevedibili incontri, inaspettati guadagni, stupefacenti rinvenimenti che si dissolvono nell’alcool sono raccontati da Mazzarella, contemporaneamente protagonista e narratore, con roca, profonda e fragile umanità.

Andrée Ruth Shammah ha costruito una “Leggenda” intorno al carisma del settantottenne attore vercellese (ma milanese che più milanese non si può) che si carica sulle spalle settanta minuti di parole di un monologo fiume.
Luca Vido - Il Giorno
Rifuggendo il pittoresco, giocando in penombra, alla regista milanese basteranno gli accenni di qualche nostalgica canzoncina e una scena minima che rappresenta un bistrò le cui pareti ricevono le immagini di una Parigi piovosa e d’antan […] lo spettacolo è di quelli che possono lasciare un segno.
Domenico Rigotti - Hystrio
Merito di Andrée Ruth Shammah è di aver pensato, con grande intuito, a Mazzarella, attore completo quando ha deciso di adattare per le scene iol capolavoro di Joseph Roth La leggenda del santo bevitore. Il risultato è eccezionale. […] la lettura di Ruth Shammah è fortemente simbolica. La sua elaborazione drammaturgia è ricca di suggestioni e articolata su vari livelli interpretativi. (…) Insomma la Shammah ci ha offerto, ancora una volta, una gran bella pagina di teatro.
Maurizio Carra - Teatrionline

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