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Quale droga fa per me?

Una conferenza introduttiva

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Quale droga fa per me?

Una conferenza introduttiva

Questo spettacolo conclude un triennio di passaggio, di attesa e di preparazione alla riapertura della sede “storica” in via Pier Lombardo. Un percorso che è stato pieno di disagi ma che dal punto di vista artistico ricorderemo come un fruttuoso periodo di ricerca sulla forma, sulle modalità di produzione de sulla funzione del teatro come arte della comunicazione.

Un’interpretazione di rarissima intensità emotiva e una regia di raffinata intelligenza: Anna Galiena e Andrée Ruth Shammah, insieme, per un teatro che parla con coraggio del nostro presente. Il graffiante testo di Hensel ci colpisce con il personaggio di Hanna, sola in scena nell’atto di tenere una conferenza su se stessa e la droga, tutti i tipi di droga, che di volta in volta le hanno fatto scoprire aspetti di sé rimasti nascosti, appannati nella quotidianità della sua esistenza di moglie e madre normale. Bello e sconvolgente, lo spettacolo destabilizza le nostre certezze per invitarci a considerare senza pregiudizi la tragica complessità di ogni vicenda umana.

Una bravissima Anna Galiena guidata dalla regia di raffinata intelligenza di Andrée Ruth Shammah, che restituisce al testo una feroce, limpida e tragica verità.

– Magda Poli, Corriere della Sera


Regia attentissima ai ritmi, ai dettagli della recitazione, alla sua catastrofica verosimiglianza. Bello e sconvolgente il testo di Hensel.

– Ugo Volli, la Repubblica


Una vera e propria esploratrice artistica, Andrée Ruth Shammah, che non si accontenta della soluzione più semplice e immediata, ma indaga e approfondisce.

– Olga D’Alì, D la Repubblica delle Donne


È brava, anzi bravissima Anna Galiena a esprimere il brivido interiore della protagonista, seguendo i sottili disegni registici della Shammah. Impossibile restare indifferenti.

– Domenico Rigotti, Hystrio


Il testo, secco e graffiante, è di Kai Hensel, autore pluripremiato e di successo.

– Maria Grazia Gregori, l’Unità


Tavolo, bicchiere d’acqua, schermo con diapositive. Una ‘conferenza’ che assume la forma di un vero e proprio match tra attrice e pubblico e mette a nudo molto della nostra realtà.

– Cristina Favento, Il Piccolo