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Libertà e destino nella tragedia greca

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Libertà e destino nella tragedia greca

“Ma l’uomo è davvero vincolato a un’ineluttabile necessità? Oppure ha possibilità di scelta e se prende quelle sbagliate lo fa perché troppo presume di sé e ignora o trascura il precetto delfico “conosci te stesso”. E così non riesce a trovare la propria misura, o forse non si mette neppure a cercarla. Ma l’apprende dal dolore: il dolore è, infatti, sapere, il sapere dolore. Per dirla con Nietzsche, i Greci scoprirono la misura solo perché videro l’abisso. È lo sfondo tragico che ha svelato all’uomo come la sua pretesa di dismisura possa a ogni momento perderlo.”

Salvatore Natoli è professore emerito di Filosofia teoretica presso l’Università di Milano-Bicocca. Attento alla ricostruzione delle linee fondamentali del progetto moderno, ha rivolto la sua attenzione al senso del divino nell’epoca della tecnica e alla possibilità di un’etica che sappia confrontarsi con il rapporto tra felicità e virtù e con gli aspetti della corporeità e del sacro, sottovalutati dal razionalismo classico.

 

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