di Mariano Dammacco
con Serena Balivo e Mariano Dammacco
regia Mariano Dammacco
produzione Piccola Compagnia Dammacco
cura dello spazio scenico Stella Monesi
produzione
Piccola Compagnia Dammacco / Teatro di Dioniso
in collaborazione con
L’arboreto Teatro Dimora, Teatro di Dioniso, Teatro Franco Parenti, Primavera dei Teatri
residenze artistiche
Capotrave/Kilowatt, Compagnia Diaghilev Residenza Teatro Van Westerhout,
Giallo Mare Minimal Teatro, Residenza teatrale Qui e Ora
Il lungo percorso di ricerca e composizione, intrapreso a partire dal 2010 per approdare, nella primavera del 2018, allo spettacolo La buona educazione muove i suoi passi intorno a delle domande: quali sono i princìpi, i valori, i contenuti, le idee che oggi vengono trasmesse da un essere umano all’altro? Quali sono gli attori di questa trasmissione di contenuti? Quali sono le azioni attraverso le quali questa trasmissione avviene? Quanto c’è di volontario in questa trasmissione e quanto invece si muove sotto gli influssi di un inconscio più o meno collettivo? Perché contenuti e attori della trasmissione del sapere umano contemporaneo sono quelli che sono? Potrebbero essere differenti? Li riconosciamo come giusti? In base a quale criterio? A cosa servono questi contenuti? Mutano incessantemente o ritornano nel tempo? A cosa ci preparano? Ci interroghiamo sulla natura di questi contenuti o conviviamo con essi semplicemente per abitudine? Ci ricordiamo di crearci dei valori o ne siamo in balìa? Possono essere dunque veri valori? Quando può essere definita “buona” la nostra educazione?
Lo spettacolo costituisce la terza parte del progetto Trilogia della fine del mondo, nato nel 2010 come primo progetto importante della compagnia Dammacco; L’ultima notte di Antonio (2012) e Esilio (2016) compongono le prime due parti della trilogia, la cui conclusione, con questo spettacolo, rappresenta, come punto di arrivo, un punto di domanda, uno spunto di riflessione accessibile a tutti, nel pieno spirito della Compagnia, che dal 2009 realizza i suoi progetti guidata dall’idea di muoversi all’interno di una concezione artistica legata ad un modo etico di fare teatro.