Dalle ceneri della seconda guerra mondiale si esce con una sola certezza: al passato che ha generato tanto orrore non si può né si vuole tornare. Bisogna immaginare un mondo nuovo e la generazione nata durante la guerra lo farà con la musica, con la letteratura, col cinema, col pensiero filosofico e scientifico. Beneficiando delle nuove istituzioni politiche ed economiche che nel frattempo sono state create, nei singoli paesi, in Europa e nel mondo dalla generazione invecchiata nella guerra.
Nel 1948 in Italia entra in vigore la Costituzione repubblicana, nel 1951 a Parigi si inizia la costruzione della Comunità europea. Sempre nel ’48 si scrive la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e nello stesso anno i laburisti inglesi varano il sistema sanitario nazionale ispirato ai principi solidaristici del welfare state.
In Italia negli anni Cinquanta si pensa a una politica economica di lungo periodo che apra le frontiere al commercio e insieme sviluppi le aree depresse, orientando le forze del mercato attraverso la programmazione. La tensione ideologica del mondo occidentale con il blocco comunista è molto forte, così come i conflitti che lo percorrono dall’interno. Conflitti alimentati da speranze individuali e da utopie collettive che producono al tempo stesso dinamismo economico e mobilità sociale. Milioni di uomini e di donne si spostano dalle campagne alle città, sottraendosi all’analfabetismo e coltivando nuovi consumi di massa.
Anche nella comunità cattolica con Giovanni XXIII spira un vento nuovo: con il Concilio Vaticano II le vecchie gerarchie sembrano cedere il passo alla Chiesa degli ultimi.
Cambiano le culture politiche e i linguaggi creativi, nell’arte, nella letteratura, nel cinema, nel teatro. La percezione dei diritti si allarga e si approfondisce, rimettendo in questione tabù ancestrali che sembravano eterni e indistruttibili. La scienza produce enormi progressi e con essa la tecnologia.
Il 20 luglio 1969, di fronte agli occhi dei telespettatori di tutto il mondo, si realizza un’utopia di sempre: il primo uomo sbarca sulla luna. Un mese dopo – questa volta sulla terra – prende vita un’altra utopia: a Woodstock per tre giorni più di quattrocentomila giovani condividono musica, pace e amore.
Poi la luna si allontana e il vento sembra cambiare…: a Milano, il 12 dicembre del 1969 una bomba alla Banca Nazionale dell’Agricoltura di Piazza Fontana provoca 17 morti e 88 feriti.
Nel decennio successivo, le forze e le idee che avevano prodotto il cambiamento sono contrastate sempre più da altre spinte, di segno opposto.
Libertarismo e liberismo convergono nel rivendicare agli interessi individuali una prevalenza sulle ragioni della comunità e dello Stato. Nuovi interessi economici e politici internazionali si affermano con la crisi del petrolio del 1973, mettendo fine all’illusione occidentale di una crescita infinita. Nello stesso anno Enrico Berlinguer lancia l’idea del ‘compromesso storico’ tra comunisti, socialisti e cattolici.
Seguono anni di grande incertezza: affermazioni di diritti – come nel referendum del ’74 sul divorzio – e insieme una scia di violenze, come nell’attentato dello stesso anno in Piazza della Loggia, a Brescia.
L’assassinio di Aldo Moro nel 1978 da parte delle Brigate Rosse sembra chiudere una parabola trentennale di utopie e di conflitti.
Con gli anni Ottanta, si apre una stagione diversa: inizia un’altra storia.