di Patrick Marber
con Gabriella Pession, Lino Guanciale e Roberta Lidia De Stefano
regia di Giampiero Solari
traduzione Marco Maria Casazza
scene Giorgio Morandi, Elisa Rolando e Marta Solari studenti del Triennio in Scenografia di NABA Nuova Accademia di Belle Arti con il coordinamento di Angelo Linzalata
costumi Nicoletta Ceccolini
luci Camilla Piccioni
musiche arrangiate ed eseguite da Woody Gipsy Band e Giuseppe Bonifacio
regista collaboratore Vittorio Borsari
direttore di scena Daniele Mengarelli
macchinista Diego Di Maio
elettricista Oscar Frosio
fonico Giovanni Grasso
sarta Francesca Simoni
amministratrice di compagnia Arianna Bertolo
scene costruite presso il laboratorio del Teatro Franco Parenti e FM Scenografia
costumi realizzati presso la sartoria del Teatro Franco Parenti diretta da Simona Dondoni
produzione Teatro Franco Parenti
Dopo il successo della serie RAI La porta Rossa, Gabriella Pession e Lino Guanciale, guidati da Giampiero Solari, approdano al Parenti mettendosi alla prova con l’opera di Patrick Marber, sceneggiatore già candidato all’Oscar 2005 per Closer.
Fedele ai temi e alla trama originale, Marber ambienta la storia in Inghilterra nel 1945, alla fine del secondo conflitto mondiale, nella notte dei festeggiamenti per la vittoria laburista alle elezioni. Qui la notte è quella del 29 aprile del ’45 a Milano e i festeggiamenti sono quelli per la Liberazione dall’occupazione nazifascista: momento storico che apre un periodo carico di conflitti e di trasformazioni che segneranno i costumi e la società italiana. Le tensioni tra le classi sociali e il desiderio di autodeterminazione delle donne sono i due motori della storia.
Spinta da uno spirito irrazionale di ribellione, non affine ad una donna del tempo, nel corso della notte e in assenza del padre, mette in atto continue provocazioni per destabilizzare le persone che la circondano e i loro schemi sociali. Ed esercitando il suo ruolo di “padrona di casa” seduce in maniera ossessiva Gianni, il giovane autista e capo della servitù, che finisce per ritrovarsi attanagliato da un groviglio di relazioni personali che mettono in discussione il legame con la cuoca Cristina, già sua promessa sposa. I conflitti, che si generano e alimentano in modo conturbante tutta la vicenda, culminano con un finale crudo e violento: il sangue diventa realtà e tragico simbolo del dramma.