Archivio / Teatro

Blues dei cento appunti

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Blues dei cento appunti

Un raffinato ed emozionante gioiello di comicità; un singolare punto d’incontro tra la profondità del teatro e l’immediatezza del cabaret.

Giorgio Melazzi in Willibald e Oloferne
primo atto I monellacci a scuola
di Johann Nestroy
regia e adattamento di Franco Parenti, 1974

Melazzi, con il suo personalissimo stile di interprete e di autore, tra bagliori di poesia, crude attualità e brucianti pensieri, ci porta in una dimensione onirica. Qui trovano spazio aspirazioni, politica e cuori infranti, fughe, sconfitte e il senso della vita.

L’alba sembra sempre più lontana, il tempo del sonno sembra dilatarsi tra certezze che sfuggono e futuri che tardano. L’attore, solo sul palco, è l’unico interprete di una serie di sogni comici e incubi surreali, che si seguono con soprassalti di humour e finali improvvisi.  Melazzi, brillante allievo di Franco Parenti, attore teatrale di consolidata esperienza e uno dei personaggi “cult” della comicità milanese, passa da un sogno all’altro, da una vita all’altra, da un’interpretazione all’altra.

Ogni frammento è accompagnato da musica accuratamente scelta per comporre la partitura musicale e figurativa dello spettacolo.

Se la vita ti sorride, siamo alle solite: ti ha scambiato per qualcun altro.

Giorgio Melazzi

Gli incubi sono veri o immaginati e, alla fine, Melazzi si rivela anche poeta e, tra le sue crude visioni, ci regala pure molte emozioni. Lo spettacolo va visto per avere un assaggio di quella comicità composta che sembra innocua e invece alla fine scompiglia.
Amalia Pisaniello
Melazzi si conferma artista capace di coniugare la profondità del teatro con l’immediatezza del cabaret, tra bagliori di poesia, crude attualità e brucianti pensieri.
Mauro Casadio