Omaggio ad Azio Corghi / “… tra la carne e il cielo…”
dall’opera di Azio Corghi – drammaturgia poetica di Maddalena Mazzocut-Mis
su testi di Pier Paolo Pasolini
Lettura scenica con musica dal vivo a cura degli studenti del corso di Estetica della musica e dello spettacolo dell’Università degli Studi di Milano
in collaborazione con ScenAperta Altomilanese Teatri
nell’ambito del progetto Teatro e filosofia. L’estetica musicale del mito
voce recitante Matteo Bonanni
coordinamento registico Paolo Bignamini
con la collaborazione di Gianmarco Bizzarri
assistente alla regia Paolo Pintabona
rielaborazione drammaturgica Lucrezia Bellafante, Ilaria De Simone, Teresa Leuzzi
cantanti Maria Dolores Armanni, Rosanna Cassano, Silvia Coia |pianoforte Chiara Esposito
flauto Haowei Du | violino Ke Song |viola Daniel Ciobanu | violoncello Caterina Vannoni
Nel 2015, in occasione del quarantennale dalla scomparsa di Pier Paolo Pasolini, il Teatro Verdi di Pordenone ha commissionato ad Azio Corghi “… tra la carne e il cielo…”, un’opera per violoncello concertante, recitante maschile, soprano, pianoforte e orchestra. La drammaturgia del lavoro è stata realizzata da Maddalena Mazzocut-Mis su testi pasoliniani. A conclusione della giornata di studi dedicata ad Azio Corghi, gli studenti del corso di Estetica della musica e dello spettacolo dell’Università degli Studi di Milano propongono una personale rielaborazione dei materiali musicali e drammaturgici di quell’opera come esito finale del loro percorso didattico, rendendo in questo modo omaggio al Maestro.
Pasolini interpreta la propria drammatica vicenda personale attraverso la musica di Bach (rendendola chiave per interpretare la vita stessa). Nei primi anni della sua formazione, in Friuli, durante la guerra, in un periodo particolarmente difficile, Pasolini ascoltò Bach per la prima volta, eseguito da una violinista amica di famiglia, e scrisse: “Bach rappresentò per me in quei mesi la più forte e completa distrazione […]: rivedo ogni rigo, ogni nota di quella musica; risento la leggera emicrania che mi prendeva subito dopo le prime note, per lo sforzo che mi costava quell’ostinata attenzione del cuore e della mente. La piccola stanza spariva, sommersa dall’argento freddissimo e ardentissimo del Siciliano: io lo ascoltavo e lo svisceravo, particolare per particolare; avevo scritto degli “studi” […] Ogni volta che lo riudivo mi metteva, con la sua tenerezza e il suo strazio, davanti a quel contenuto: una lotta, cantata infinitamente, tra la Carne e il Cielo […]” Un fiume in piena attraversa tutta l’opera pasoliniana, il concetto del corpo che inevitabilmente lega e delimita la vita e la morte, lontanissimo dall’antico dualismo tra anima e corpo, sostiene l’anima, permettendole di essere e di esprimersi, poiché i sentieri del pensiero e dell’esistenza sono come tracciati a fuoco sulla carne e la carne sta alla base dell’esperienza. – Azio Corghi