Conversazione con Edoardo Albinati
e Livia Manera
Letture di Federica Fracassi
in collaborazione con Guanda
Per il ciclo Classici contemporanei
The Washington Post
James Salter è scomparso a New York all’età di novant’anni nel 2015, poco tempo dopo aver pubblicato il romanzo capolavoro Tutto quel che è la vita. Nel corso della sua lunga esistenza, narrata nell’autobiografia Bruciare i giorni, pubblicata da Guanda come la maggior parte della sua opera recentemente riscoperta, è stato cadetto a West Point, pilota di caccia, scrittore, editor, sceneggiatore. Ampia la varietà di scenari che ha attraversato e raccontato con una scrittura potente: New York, la Corea degli anni della guerra, Parigi vista con il disincanto dell’espatriato, fino alla Roma di Pasolini e Laura Betti.
E sullo sfondo di questi paesaggi spesso stranianti, un vortice di incontri, relazioni, sodalizi, amici, mogli e amanti: la materia prima dei suoi romanzi e racconti, che restituiscono intatto un mondo ormai scomparso, sconosciuto alla maggior parte dei suoi lettori, ma reso ancor più vivido dalla magia della sua scrittura. Costante in lui l’anelito alla perfezione, allo stile, alla sfida: sia essa quella del pilota che affronta il nemico nella solitudine del proprio abitacolo, sia che si concentri tutta nella ricerca da parte dello scrittore della parola insostituibile e della perfetta trasparenza.