La parola Dio
Gabriella Caramore dialoga con Moni Ovadia
modera Davide Assael
iniziativa a cura dell’Associazione Lech Lechà
in occasione dell’uscita del volume edito da Einaudi
Pensare che Dio sia “soltanto” una parola non significa ridurne il valore nella storia. Al contrario, può significare dare contenuto di realtà alle radici profonde che hanno indotto, nei secoli, comunità di esseri umani a lavorare intorno a questa immagine, costruendo una foresta di simboli, tracciando cammini di conoscenza e di relazione tra gli uomini. Ma poiché ogni pensiero deve fare i conti con la contemporaneità, è necessario capire se la parola «Dio» sia oggi sfibrata, svuotata di senso oppure se sia possibile rinvenirne un significato nuovo, in cui al di là della narrazione mitologica si possa intravedere l’ossatura di una inesausta ricerca.
Potremmo allora considerare la parola «Dio» come il punto di intersezione tra le piccole vicende umane di ogni tempo e le vorticose dimensioni della ricerca intorno all’universo. Forse è in questo incrocio di strade che la parola «Dio» è stata formulata. E forse si può tentare oggi di immaginare una nuova mappa. Interrogando la vita, ma anche le scienze, la poesia, la storia e le Scritture stesse.
Gabriella Caramore ha curato, dal 1993 al 2018, la trasmissione di cultura religiosa di Rai Radio3 Uomini e Profeti e ha insegnato Religioni e comunicazione presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università La Sapienza di Roma.