“Feroce Partita” reloaded
ideazione e coreografia Raphael Bianco
light design e stage concept Enzo Galia
musiche John Cage, J.S.Bach e e Percussioni tradizionali giapponesi
con 10 danzatori
(Quartetto) per la fine del tempo
Scacco matto Altre distanze in nuovi orizzonti
1^ nazionale
Spettacolo di danza contemporanea che vuole sfidare, vincere e piegare a sé ogni limite che l’emergenza sanitaria covid-19 ha imposto attualmente al mondo dello spettacolo.
L’arte non si annulla ma si trasforma, ed ancor di più la danza. Il coreografo Raphael Bianco con la Compagnia EgriBiancoDanza, nonostante le nuove regole sul distanziamento fra gli artisti in scena, si interroga non solo sui limiti ma sulle opportunità delle attuali costrizioni, per rimodulare e ricreare nuove danze che nei limiti normativi, riescano comunque a farsi veicolo di messaggi, sentimenti, riflessioni, attraverso soluzioni coreografiche inedite, nuovi orizzonti creativi che metabolizzano le restrizioni per offrire arte.
“Feroce Partita” reloaded
Su musiche di uno fra i più interessanti compositori della musica del nostro tempo, John Cage, integrate dai ritmi suggestivi, marziali e travolgenti di percussioni tradizionali giapponesi, e dall’intimità dei preludi di J. S. Bach, la coreogrfia si ispira all’antico gioco indiano degli scacchi, metafora, in questo contesto, delle strategie di guerra e della manipolazione occulta.
Creato nel 2006 è qui riproposto in una nuova dimensione dove la distanza impone nuove soluzioni e variazioni rispetto alla coreografia originale.
Intervallo 15′
(Quartetto) per la fine del tempo
Ispirato alla omonima partitura di Olivier Messiaen, quattro danzatori fluttuano ognuno su una propria isola.
Preparano in solitudine il proprio corpo per affrontare gli altri, a dovuta distanza, nella misteriosa e affascinante impossibilità di toccarsi.
Sulle musiche del Quartetto originario di Messiaen e di brani cameristici di Ezio Bosso, pianista e compositore di profonda sensibilità e umanità recentemente scomparso, questo lavoro coreografico vuole abbattere barriere e affermare il valore della danza anche mutilata e limitata nella sua libertà.
Olivier Messiaen compose il quartetto in situazione di grande difficoltà e prigionia durante la seconda guerra mondiale (Campo di concentramento di Görlitz in Polonia).
Raphael Bianco si riallaccia idealmente a quella emergenza per metabolizzare quella di questo tempo, o meglio, per focalizzare l’attenzione sul passaggio fra il tempo che fu e quello che verrà, in uno spazio temporale dove tutto è possibile intriso di incertezza ma anche di speranza: un’umanità che agisce in prospettive inconsuete, inquieta, trasformata e fremente verso nuovi orizzonti.