Archivio / Incontri e Libri

Io e l’asino mio

Storie dei Crepax raccontate da Valentina Crepax

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Io e l’asino mio

Storie dei Crepax raccontate da Valentina Crepax

Ho cercato di spiegarlo benissimo anche ai miei nipoti perché potessero crescere in linea con lo stile di famiglia: un cretino è un cretino e per questo è apprezzabilissimo.

Tutte le famiglie felici si somigliano, ma questa no, non somiglia a nessun’altra. Nella felicità i Crepax sono inclini al riso, vivissimi, brillanti, inarrestabili. Adulti, bambini, cani, tartarughe, case e mezzi di trasporto, avi e fidanzati: l’appartenenza o la prossimità al casato porta un taglio di luce obliqua su ogni cosa e persona e tutto così diventa sketch, teatro, epopea.

Che si tratti di rivoltare un cappotto vecchio, affrontare una crisi famigliare, produrre musica o fumetti (e che musica, e che fumetti), tutti loro mostrano i tratti di una creatività istintiva che li rende, generazione dopo generazione, perfetti personaggi da romanzo. Eppure quelle che ci racconta la Valentina di carne (e non quella di carta, disegnata da uno zio geniale) sono storie di vita reale e quotidiana, a volte travagliate e dolorose, sempre attraversate dalla forza dirompente dell’ironia. Sullo sfondo, bellissima e riservata, la Milano degli anni Cinquanta, dove c’era da rifare tutto – la musica leggera, i giornali, l’arredamento, il modo di stare al mondo. Finito di leggere il libro, un’amica che si chiama Natalia Aspesi ha scritto una lettera all’autrice: “Mentre ricordavi, hai capito di essere molto fortunata?”. Fortunati siamo certo noi, a cui il libro di Valentina Crepax riporta l’umorismo naturale di una famiglia che ha speso con amore e senza mai risparmiarsi il suo talento nella Milano che stava inventandosi una vita meno agra.

Valentina Crepax (1952-2020), figlia del discografico Franco e nipote del fumettista Guido, è nata a Milano e ci ha sempre vissuto e lavorato. Ha cominciato come giornalista di società e costume sui primi numeri di la Repubblica e ha proseguito in molti altri luoghi scrivendo di donne, cose e uomini. Ha catalogato bizzarri esemplari specialmente maschili in libri di estrosa scrittura, come Gli uomini: istruzioni per l’uso e Tipi metropolitani.

 “Anch’io ero grassa e ridanciana, precisa identica a adesso. Nei primi cinque anni della mia vita mi sono stati imposti due fratelli: Margherita e Nicola; tutti in casa hanno preso gli eventi, assai ravvicinati tra loro, addirittura con entusiasmo e, qualche volta mi sono adeguata anch’io al clima di letizia senza però mai capire se fosse stata una scellerata scelta obbligata o un caso al quale doversi rassegnare. Per fortuna mia nonna ha sempre preferito me. Credo. Comincia così, grosso modo, la storia di una famiglia veneto-napoletana, ma alla fine milanese, della borghesia… potrei dire illuminata ma mi sembra più opportuno definirla incandescente, finita suo malgrado alla ribalta grazie ai fratelli Crepax: Guido perché è Guido e Franco perché è Franco. Io ne sono la vittima privilegiata.”