da Pier Paolo Pasolini
regia Fabio Condemi
drammaturgia e montaggio dei testi Fabio Condemi, Gabriele Portoghese
con Gabriele Portoghese
drammaturgia dell’immagine Fabio Cherstich
filmati Igor Renzetti, Fabio Condemi
assistente alla regia Consuelo Bartolucci
produzione La Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello / Teatro di Roma – Teatro Nazionale / Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Pordenone
Mario Martone
Un recital di prosa, poesia e video che entra nella officina poetica dello scrittore per riflettere sui temi a lui cari, come lo sguardo puro del fanciullo, la periferia, l’eros, il cristianesimo delle origini, esplorando non il suo cinema cioè il prodotto definitivo delle sceneggiature -, ma il suo sguardo. Uno sguardo in continuo movimento, pieno di echi antichissimi e sempre pronto a cogliere attorno a sé autentici momenti di grazia e di vita. Uno sguardo che ci riguarda, sempre.
Gabriele Portoghese si fa corpo della vita e dell’arte dello scrittore, per uno spettacolo delicato e sentito, che nasce dall’esigenza di commemorare uno dei più grandi intellettuali ed artisti del secondo Novecento.
Tutta l’opera letteraria, cinematografica e persino politica di Pasolini sembra attraversata da momenti di eccezione in cui gli esseri umani diventano lucciole – esseri luminescenti, danzanti, erratici, inafferrabili e, come tali resistenti – sotto il nostro sguardo meravigliato. – Georges Didi-Huberman, Come le lucciole.
Il titolo dello spettacolo è tratto da un verso della poesia di Pasolini, Le nuvole si sprofondano lucide, inserita nella raccolta Dal diario (1945-1947), Salvatore Sciascia, Caltanissetta, maggio 1954.