liberamente tratto dal capolavoro di Pier Paolo Pasolini
di e con Elio Germano e Teho Teardo
produzione Infinito Teatro di Pierfrancesco Pisani
Nel suo esordio narrativo – scritto di getto tra il 1949 e 1950, prima di Ragazzi di vita e di Una vita violenta, ma pubblicato solo nel 1962 – Pasolini diede voce a chi, segnato dalla povertà del secondo dopoguerra, lasciava l’Italia per la Jugoslavia attratto dalla promessa del Comunismo: una rotta balcanica al contrario, su quello stesso confine che i profughi oggi sfidano per raggiungere l’Italia.
Protagonisti tre ragazzi friulani che alla soglia dei vent’anni vivono la loro breve giovinezza affrontando il mondo: l’indigenza delle origini in campagna, l’emigrazione, le lotte politiche al rientro in patria, fino all’integrazione nella società borghese del boom economico. Desiderano la felicità, la bella vita in un paese straniero, poi tornano e maturano una coscienza politica, sognano la rivoluzione. Invece finiscono per piegarsi ai compromessi dell’età adulta, i sogni si spengono e la felicità tanto agognata, diventa quella delle piccole cose: una ragazza, una casa, un lavoro… fino a morirne.