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Incontro con Yasmina Reza

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Incontro con Yasmina Reza

In un’epoca dove sempre più si restringe il campo delle cose di cui si può ridere, Reza non rispetta niente: né la famiglia, né il matrimonio, né la donna, né il cancro – e nemmeno, sacrilegio!, i viaggi “turistici” ad Auschwitz.
Le Point
La scrittura di Yasmina Reza sembra mercurio. Fatto di lunghi dialoghi, grandi scarti cronologici, rotture e deviazioni, rallentamenti, accelerazioni, istantanee di un uomo seduto sul bordo del letto come in un quadro di Edward Hopper, il racconto si sviluppa con una fluidità senza eguali, senza che si avvertano le cuciture. Qui coniuga le sue qualità di drammaturga e di romanziera con un virtuosismo senza precedenti.
Olivia De Lamberterie - Elle
È talmente una virtuosa che può permettersi tutto quello che vuole.
Jérome Garcin, L’Obs

Yasmina Reza possiede un orecchio assoluto per «la musica degli uomini e delle donne», e il talento di riprodurla creando personaggi indimenticabili, di cui mette a nudo i lati comici non meno di quelli patetici: senza sarcasmo, ma con grande empatia, poiché tutti sono minacciati dall’insignificanza e dalla malinconia, dallo sfacelo della vecchiaia e dal tempo, che incessantemente ci sottrae la memoria pur non riuscendo a cancellarla del tutto.

Così anche in questo romanzo, che ci fa entrare nel cuore di una famiglia ebrea di origini ungheresi, i Popper, e più precisamente nei legami fra tre fratelli: Jean, il narratore, «quello di mezzo», cresciuto all’ombra del maggiore, il Serge del titolo, un cialtrone “bigger than life”, inconcludente, ipocondriaco, scorbutico, scorrettissimo, e seducente; e Nana, la più piccola, moralista e petulante. E poi mogli, nipoti, ex mogli, amanti, a formare un intreccio di voci corrosivo e scintillante. Le tensioni culmineranno in una resa dei conti che avverrà nel corso di una visita ad Auschwitz, tra orde di turisti che si fanno selfie nelle camere a gas.

«Non proprio il massimo dell’allegria questa storia » dirà, alla fine del libro, Serge al fratello. «Il massimo dell’allegria è andato» gli risponderà Jean. «Però possiamo ancora ridere».

Allo sguardo di Yasmina Reza non sfugge niente. Nemmeno al suo orecchio. La drammaturga dirige il suo romanzo principalmente con la voce. È lei che comanda, attraverso i dialoghi, ovviamente, esatti, spesso costruiti sul principio del salto di palo in frasca – che è quello della conversazione in famiglia. Prende le parole dallo spirito del tempo, come fossero farfalle, spillate sulla carta all’istante. Impeccabile.
Etienne de Montety - Le Figaro Littéraire
Insomma, la penna di Yasmina Reza fa meraviglie, trasformando gli orrori peggiori in scene da antologia e le nostre preoccupazioni quotidiane in commedia.
Marianne Payot, L’express

Yasmina Reza, commediografa e scrittrice francese. Salutata dalla critica come uno dei maggiori drammaturghi contemporanei, ha esordito come autrice teatrale con Conversation après un enterrement (1987, premio Molière come miglior autore), cui hanno fatto seguito pièces teatrali rappresentate in numerosi Paesi, quali tra le altre La traversée de l’hiver (1989), Art (1994), L’homme du hasard (1995), Trois versions de la vie (2000), Une pièce espagnol (2004) e Le dieu du carnage (2007, da cui nel 2011 il regista R. Polanski ha tratto l’omonima pellicola), nelle quali ha coniugato con felicissimi esiti profondità di scavo psicologico e capacità di sguardo critico sulle difficoltà delle relazioni umane. Esiti altrettanto fortunati si riscontrano in romanzi quali Une désolation (1999), Adam Haberberg (2003; trad. it. Uomini incapaci di farsi amare, 2006) e L’aube le soir ou la nuit (2007) e nella raccolta di racconti brevi Heureux les heureux (2013), nei quali emerge un’epica del quotidiano scandagliata attraverso esistenze ed eventi ordinari, descritti con intransigenza e precisione chirurgica. Tra i suoi lavori più recenti si segnalano Babylone (2016), Bella figura (2015; trad. it. 2019); Anne-Marie la Beauté (2020; trad. it. 2021) e Serge (2021). Di Yasmina Reza, Adelphi ha pubblicato due romanzi e quattro lavori teatrali, l’ultimo dei quali, Anne-Marie la Beltà, nel 2021. Serge è apparso in Francia nel 2021.