Javier Cercas presenta il suo nuovo romanzo
Il castello di Barbablù
in occasione dei novant’anni della casa editrice Guanda
intervengono Stefano Mauri, Luigi Brioschi, Marino Sinibaldi, Giordano Meacci
letture Annina Pedrini, dalle poesie inedite di Luis Sepùlveda
Nata dall’intuizione di un uomo colto e curioso, che nell’arco di non molti anni seppe raccogliere il meglio della poesia contemporanea, italiana e internazionale, pubblicando al contempo autori cruciali, e dando voce ad alcune delle esperienze intellettuali e culturali più vitali e originali del ‘900. Con tali scelte innovative, e nel segno della Fenice (donatagli dal parmigiano Carlo Mattioli), Ugo Guanda fissò un modello per ciò che chiamiamo oggi editoria di qualità. In questo contesto si è voluto collocare la presentazione di Il castello di Barbablù, il nuovo romanzo di Javier Cercas, un autore simbolo, uno scrittore che plasticamente rappresenta il secondo capitolo della vicenda guandiana, dai tardi anni ottanta ad oggi.
Javier Cercas è nato nel 1962 a Ibahernando, Cáceres. La sua opera, tradotta in più di trenta lingue, è pubblicata in Italia da Guanda: Soldati di Salamina (Premio Grinzane Cavour 2003), Il movente, La velocità della luce, La donna del ritratto, Anatomia di un istante, Il nuovo inquilino, La verità di Agamennone, Le leggi della frontiera, L’avventura di scrivere romanzi (con Bruno Arpaia), L’impostore, Il punto cieco, Il sovrano delle ombre,Terra Alta e Indipendenza. Anatomia di un istante ha vinto nel 2010 il Premio Nacional de Narrativa e nel 2011 il Premio Salone Internazionale del Libro di Torino e il Premio Letterario Internazionale Mondello. L’impostore è stato finalista al Man Booker International Prize 2018. Terra Alta ha vinto nel 2019 il Premio Planeta.